Il Pensare tra bellezza e verità
Parole e povertà
La povertà è la mancanza di parole d'amore
venerdì 6 luglio 2018
17.03
Povertà è non avere parole per indicare il bene che si porta dentro. Povertà è non avere bene dentro perché non si è stati in grado di comunicare parole. Povertà è non avere bene dentro per non aver saputo comprendere le parole di amore che l'avrebbero sedimentato. Povertà è non ascoltare parole consolanti e rivolgere l'orecchio ai gridi della desolazione che soffocano i sussurri della consolazione. Povertà è non saper ascoltare le parole del silenzio, lasciando spazio ai rumori della confusione. Povertà è pretendere di capire l'altro dalle parole senza leggere ed ascoltare ciò che sta dietro ed oltre l'apparenza dei suoni. Povertà è ascoltare parole affrettate, è sentire ma non comprendere. Povertà è sordità che, etimologicamente, ci spiega la radice di ogni assurdità, fondata nell'incapacità di ascoltare. La povertà è assurda perché non ascolta il grido di chi chiede giustizia. La povertà è la mancanza di parole d'amore, è l'analfabetismo del bene e l'ignoranza della coscienza e di ogni consapevolezza verso l'autenticità dello spirito umano. La povertà è il richiamo che le parole senza fatti non valgono nulla. La povertà è l'evidenza di fatti che, senza parole d'amore, restano strumentalizzazione degli ultimi per il proprio tornaconto personale. Ma la povertà, frutto di silenzi, semplicità, essenzialità, umiltà e tolleranza, vale più di tutte le parole di tutte le conferenze o biblioteche del mondo. Meglio un povero ricco di umiltà, che un ricco impoverito umanamente dalle tante umiliazioni che infligge. Aveva ragione Francesco d'Assisi ad unire parole e povertà dicendo:"Oh povertà, fonte di ricchezza. Gesù, donaci un cuore povero". Che non abbiano ragione i pastori a preferire l'umile silenzio e la povertà delle montagne ai chiassosi rumori delle ricche città?
Salvatore Sciannamea
Salvatore Sciannamea