Il Pensare tra bellezza e verità
Siamo tutti responsabili se un uomo è escluso
La Regione Valle d’Aosta rifiuta 25 siriani che chiedono asilo
martedì 31 luglio 2018
23.32
Leggo dai giornali che la Regione Valle d'Aosta rifiuta 25 siriani che chiedono asilo. Perché? La montagna accoglie piante e animali, l'istituzione non può escludere le persone. Siamo tutti responsabili se un uomo è escluso. La Valle d'Aosta non può rifiutare 25 persone, a maggior ragione perché siriane, tra le più perseguitate al mondo e ben distanti dunque dalle polemiche sui migranti "economici", perché tutelate dalla norma costituzionale sul diritto d'asilo. Purtroppo la nostra società ha a che fare con il narciso, l'inquieto, la perplessità, con il rischio di perdere il senso di umiltà, di supponenza. Abbiamo bisogno di una pedagogia pubblica. So che l'utopia degli ideali non si fa dentro alle istituzioni. So che, a priori, le persone hanno una dignità che deve essere sempre rispettata. So che il diverso genera paura ed insicurezza, ma il rifiuto di questi uomini offende la storia valdostana, votata per i suoi confini, ad essere luogo di transito e accoglienza del diverso. Credo, nonostante la scelta fatta di non accogliere 25 siriani, che tale decisione offende la dignità di questa nostra Regione. A dire di persone di alto rilievo e competenza storica, probabilmente, dopo il popolo ebraico, il popolo siriano è quello che ha più sofferto. L'altro non è mai un prigioniero. L'istituzione non serve per reprimere, ma per accompagnare i processi. Proviamo a metterci in corpo, per un attimo, gli occhi dei siriani. L'inclusione non può mai partire dalle esclusione, specialmente in una Regione dove molti villaggi rischiano di scomparire.
Ogni persona non può essere mai in funzione utilitaristica ma sociale e, per questo, non possono essere accantonati coloro che hanno un colore e una cultura diversa della nostra. Il movimento dei diritti dei neri, in America, è nato per una donna che non poteva sedersi in un pullman. Noi non diciamo no al posto in un pullman; noi diciamo che non sta posto nella nostra regione a chi sta fuggendo dalla guerra. Capisco che bisogna andare oltre il senso comune, raccontare ciò che si fa e perché, ed accogliere è più difficile che escludere. Accogliere non è un fatto tecnico, ma ritengo che sia fondamentale per il vero sviluppo di una società civile. Quale valore sociale si può comunicare ai giovani con certe scelte? Si inizia ad escludere lo straniero per poi escludere chi è "inutile" e chi " non produce". La coscienza e la consapevolezza, allargando la sfera del diritto, ci interpellano ad un senso di umanità. Il senso del possibile c'è, senza alcun gesto eroico, ma nella possibilità di dire sì a chi ci interpella con il volto della sofferenza. Invito a guardare allo strazio di chi vede sparire i propri figli e sapere che, dall'altra parte, c'è chi dice no a chi ha attraversato due mari: il deserto e il mediterraneo. Sono certo, da come mi sono sentito amato ed accolto, da come ho scoperto il mondo religioso della nostra Regione, che, non solo, abbiamo la possibilità di fare spazio a queste persone, ma che sia giusto farlo. Iniziando il tutto, evidentemente, dalla comunità cristiana, che riconosce nello straniero il volto di Cristo.
Salvatore Sciannamea
Ogni persona non può essere mai in funzione utilitaristica ma sociale e, per questo, non possono essere accantonati coloro che hanno un colore e una cultura diversa della nostra. Il movimento dei diritti dei neri, in America, è nato per una donna che non poteva sedersi in un pullman. Noi non diciamo no al posto in un pullman; noi diciamo che non sta posto nella nostra regione a chi sta fuggendo dalla guerra. Capisco che bisogna andare oltre il senso comune, raccontare ciò che si fa e perché, ed accogliere è più difficile che escludere. Accogliere non è un fatto tecnico, ma ritengo che sia fondamentale per il vero sviluppo di una società civile. Quale valore sociale si può comunicare ai giovani con certe scelte? Si inizia ad escludere lo straniero per poi escludere chi è "inutile" e chi " non produce". La coscienza e la consapevolezza, allargando la sfera del diritto, ci interpellano ad un senso di umanità. Il senso del possibile c'è, senza alcun gesto eroico, ma nella possibilità di dire sì a chi ci interpella con il volto della sofferenza. Invito a guardare allo strazio di chi vede sparire i propri figli e sapere che, dall'altra parte, c'è chi dice no a chi ha attraversato due mari: il deserto e il mediterraneo. Sono certo, da come mi sono sentito amato ed accolto, da come ho scoperto il mondo religioso della nostra Regione, che, non solo, abbiamo la possibilità di fare spazio a queste persone, ma che sia giusto farlo. Iniziando il tutto, evidentemente, dalla comunità cristiana, che riconosce nello straniero il volto di Cristo.
Salvatore Sciannamea