Le interviste di Bartolo Carbone
Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
La parola all’avvocato Maria Sabina Lembo, esperta in materia.
lunedì 24 novembre 2014
23.43
Ogni anno il 25 novembre si celebra la "Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne", in ricordo delle tre sorelle Mirabal, brutalmente assassinate nel 1960. Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa Mirabal furono donne esemplari, coraggiose, tenacemente impegnate per tentare di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos dal 1930 al 1961. Quella sulle donne è la forma di violenza più diffusa, un'emergenza drammatica che riguarda l'intera società senza confini di ambiente, religione, censo, cultura e nazionalità. Dal 2005, in Italia istituzioni e associazioni organizzano in questa giornata iniziative politiche e culturali di notevole interesse volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su questa triste realtà sociale. Da diversi anni l'avvocato Maria Sabina Lembo del Foro di Potenza, giornalista pubblicista, curatore e autore di numerose pubblicazioni in ambito giuridico ed interdisciplinare, relatore in numerosi convegni e conferenze, referente per la Basilicata di O.I.V. (Onlus) - Osservatorio Italiano di Vittimologia - sta partecipando attivamente e proficuamente alle iniziative tese a promuovere la campagna di sensibilizzazione contro lo stalking e ogni tipo di violenza e coercizioni subite dalle donne. Per l'occasione ha risposto alle seguenti domande proposte da CanosaViva.
Due domande ricorrenti per la presentazione: situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network … Mi chiamo Maria Sabina perché porto il nome di mio nonno nato e vissuto a Canosa fino alle nozze. Mi sono sposata nel 2012 e da allora vivo in Potenza con mio marito Giuseppe con cui condivido anche la vita professionale in ambito forense. I social network, se utilizzati con le giuste modalità, sono molto utili ed interessanti per la vita professionale e per la crescita di una persona. La mia esperienza personale è molto positiva. Dico solo che ho un canale giuridico su YouTube con oltre 170.000 visitatori, 2.000 contatti professionali su Linkedin, 600 contatti su Twitter, migliaia di persone iscritte nei miei 2 gruppi su Linkedin e nei miei 2 gruppi su Facebook, un portale del diritto e delle scienze forensi www.giuristiediritto.it con un milione di visitatori. Attraverso i social network ho intessuto una serie di relazioni professionali e soprattutto è stato possibile intercettare esperti di tutta Italia in quanto desideravo un confronto che non fosse limitato alla mia regione Basilicata: avvocati, psicologi, medici, forze dell'ordine, criminalisti e criminologi, polizia scientifica e R.I.S., odontologi forensi, geologi forensi etc.
Meglio aspirare a diventare un avvocato penalista o civilista? Sin da bambina aspiravo a "diventare" avvocato e man mano con l'adolescenza e con la maturità ho capito che quella era la mia strada. Mi sono iscritta quindi alla facoltà di giurisprudenza di Bari e mi sono laureata discutendo una tesi in criminologia sul tema "la sindrome da immunodeficienza acquisita e il regime di detenzione" e dopo l'abilitazione alla professione legale e il praticantato in ben cinque studi legali in Potenza ho deciso di organizzarmi in proprio e successivamente con mio marito allo scopo di seguire con dedizione, passione, serietà, onestà e incessante studio ed aggiornamento i casi, le storie, i procedimenti penali, tributari, civili. Sicuramente, però, la mia indole e le mie propensioni sono per l'ambito penale che in questi anni ho approfondito con l'ausilio dello studio di altre scienze sia forensi che criminalistiche. In tal senso tra due anni pubblicherò un volume che vedrà la collaborazione di esperti del settore.
Sino a qualche anno fa era la professione più ambita, invece gli ultimi dati riportano che i giovani preferiscono quella del dottore, quali sono i motivi di questo cambio di tendenze? La nostra professione negli ultimi decenni ha visto l'ingresso di tanti colleghi e i numeri sono altissimi. Se volessimo fare dei calcoli in Italia, ebbene ci sono molti più avvocati rispetto ad altri paesi europei. Senz'altro gli italiani sono molto litigiosi, ma siamo indubbiamente troppi avvocati rispetto alla popolazione. Soprattutto sono pochi gli avvocati che svolgono quest'attività con motivazione. Si avvicinano a questa professione tanti colleghi per ripiego, perché non sanno cosa altro fare. Dopo l'università sono pochi i bandi di concorsi. L'esame di abilitazione forense diventa sempre più difficile da superare, è complesso. Io ho preparato tantissimi praticanti con mio marito perché collaboriamo con un istituto che si occupa di formazione per praticanti avvocati e abbiamo avuto modo in questi 8 anni di avere il polso della situazione. Abbiamo avuto un calo di iscritti perché c'è un calo di iscritti alla facoltà di giurisprudenza nelle università. I ragazzi iniziano a capire che questa professione è satura. Bisogna puntare sulle specializzazioni e fare una selezione a monte durante il percorso universitario. Aggiungo che con la crisi che sta vivendo l'Italia "litigare" è un bene di lusso e se pure un cliente vuole attivare un procedimento inizia a dire che ci sono le tasse da pagare, la tavola da apparecchiare. In tal senso sono avvantaggiati medici e commercialisti, il cliente ci va e non proferisce parola.
Come è stato l'approccio al mondo forense? Inizialmente dopo l'università prevaleva l'entusiasmo e la voglia di fare. Poi con il tempo ho capito che per una donna le difficoltà erano, innanzitutto, quelle di superare le avversità dell'universo maschile le quali sono ancora prepotenti nel nostro sud, retaggi culturali maschilisti e quindi la prima cosa da fare era esigere rispetto ed educazione da parte di colleghi e da parte dei clienti i quali magari ti dicono "signorina", "dottoressa" perché sei donna e perché così ti vogliono sminuire. La preparazione e la serietà a volte non sono premiate dai clienti che per certi versi "amano" farsi prendere in giro da tanti "azzeccagarbugli", da praticoni, da improvvisati. E' diventato un po' un mercato il tribunale per certi versi.
Il libro da tenere sul comodino... Ascolti, dottore, di libri ne ho scritti tanti per cui consiglierei i miei. L'ultimo è "Vittime di crimini violenti" pubblicato dalla casa editrice Maggioli. E' un'opera di vittimologia criminale condivisa con uno psichiatra forense Paolo De Pasquali e una psicologa sessuologa criminologa Anna Maria Casale. Con approccio interdisciplinare abbiamo scandagliato i delitti contro la persona di natura dolosa e intenzionale offrendo al lettore una visione completa e dettagliata dei fenomeni.
Come è nata la passione per la scrittura professionale giuridica? Nel 2012 ho pubblicato con Giuffré Editore il mio primo libro intitolato "I reati contro le donne e i minori" nella collana "Teoria e pratica del diritto penale", una collana in cui pubblicano pochissimi autori e sono pochissimi i volumi previsti ogni anno. E' stata una soddisfazione immensa ed indescrivibile anche per gli altissimi numeri di copie vendute in questi due anni. Ebbene sì, il mio primo libro era stato deliberatamente inserito in una collana. Nel frattempo mi dovevo sposare e preparavo il mio matrimonio. All'improvviso un mese prima delle nozze ho avuto una occlusione della vena centrale della retina cioè ho perduto sei gradi di visus all'occhio sinistro e quindi capirà che mi è crollato il mondo addosso. Dopo qualche mese e tanti timori di peggioramenti e recidive ho, con l'aiuto di Dio, recuperato la vista. Ero stata ricoverata a Bari nel reparto di oculistica, vi era una ragazza con il volto tumefatto a causa di un pestaggio subito da un ex partner e non voleva denunciare l'accaduto. In quell'istante ho deciso che da allora in poi avrei dovuto continuare e insistere con questo tipo di pubblicazioni e da allora sto pubblicando nella collana legale penale della Maggioli e ho in corso di lavorazione tante altre opere che ho già proposto all'editore.
Un pensierino a quella letteraria, magari un giallo o noir, e perché no alla sceneggiatura di un film? Sono molto versatile e poliedrica, non si sa mai. Mi piacerebbe. Al momento non ho l'ispirazione. Nel frattempo ho organizzato dei flash-mob. Vorrei anche organizzare eventi a scopo sociale con l'ausilio di forme artistiche quali la musica, la poesia.
La prima esibizione in pubblico: cosa si prova quando si ha di fronte la platea? Influiscono i giudizi, i commenti e gli applausi del pubblico? Al mio attivo ho numerosissimi convegni, conferenze, tavole rotonde, corsi di formazione sia nella mia terra che in diverse altre città. Le confido che non ho mai avuto timori o paure perché quando sono convinta e credo in un progetto lo porto avanti a testa alta e come dicono molti miei colleghi sono una "macchina da guerra". Non faccio caso ad applausi, quello che mi scalda il cuore è ricevere attestazioni di stima in privato senza gli sguardi delle telecamere.
Lo stalking si manifesta secondo quattro modalità: uomo stalker e vittima donna, donna stalker e uomo vittima, donna stalker e donna vittima, uomo stalker e uomo vittima. Un consiglio per chi è vittima di stalking… Dice bene. Non ci sono persone immuni, chiunque può essere vittima di questo delitto. E' di fatto anche un fenomeno sociale, culturale che desta molte preoccupazioni in quanto spesso lo stalking è l'anticamera di eventi letali come l'omicidio. Sicuramente come avvocato devo consigliare alle vittime di rivolgersi all'autorità giudiziaria per denunciare l'accaduto e di tenere determinati comportamenti a scopo di precauzione per ridurre i danni e per prevenire eventi via via sempre più gravi. Non accettate inviti chiarificatori della fine di una relazione, non abbiate la convinzione di poter cambiare chi vi perseguita. Non cambiate numero di telefono ma tenete con la vibrazione il cellulare che lo stalker conosce e acquistate altre sim. Non rispondete alla sue e-mail. Cercate di non essere abitudinari ma di muovervi in luoghi affollati e mai isolati, se necessario anche in compagnia.
Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande… Dallo studio delle statistiche emerge che la popolazione femminile è quella maggiormente colpita dal fenomeno della violenza e soprattutto si tratti di casi di violenza domestica. L'aguzzino sovente è un fidanzato, il marito, un amico, raramente un conoscente o uno sconosciuto. Quegli uomini che possiamo definire stalker, maltrattanti, stupratori, assassini a mio avviso dovrebbero non soltanto essere processati, ma anche essere trattati a scopo terapeutico come accade in altri paesi in cui la normativa cerca di risolvere a 360 gradi i problemi al contrario del diritto penale italiano che si muove sempre sull'onda dell'emergenza e con decreti legge "raffazzonati". Inoltre, credo sia importante e doveroso che ricevano un'educazione al rispetto della donna da parte dei genitori. Se un uomo respira aria di violenza in famiglia a sua volta sarà un violento. Si tratta di uomini che sono vittime di difficoltà relazionali e di problemi nella comunicazione. Nei casi più gravi hanno disturbi della personalità o sono psicotici o degli psicopatici.
Violenza sulle donne: una vittima ogni due giorni. Le cause del dilagare del femminicidio…In Italia diminuisce il numero degli omicidi ma aumenta il numero dei femminicidi. Il termine "femminicidio" o "femmicidio" è un neologismo diffuso nel linguaggio giornalistico ed è stato utilizzato per la prima volta dall'antropologa messicana Marcella Lagarde e poi dalla sociologa statunitense Diana Russell. Da un punto di vista giuridico il femminicidio non è disciplinato con una norma ad hoc nel codice penale atteso che vi è uguaglianza formale tra i generi nella fattispecie penale relativa all'omicidio. Esiste, nel nostro ordinamento il delitto di omicidio volontario, esistono le aggravanti e ovviamente la fattispecie di uxoricidio, di matricidio, patricidio e fratricidio sono punite con maggiore severità atteso che vi è un vincolo di parentela tra assassino e vittima. Le cause del femminicidio sono tante e per lo studio della genesi e della natura delle stesse, dell'autore di reato e della vittima vi sono apposite figure competenti in materia. Mi riferisco agli psichiatri e agli psicologi che collaborano con avvocati, con pubblici ministeri e sono anche nominati come periti dal giudice. La prevenzione dei femminicidi necessita un approccio strutturale e non di una singola legge. Occorre evitare di legiferare sull'onda emotiva di fatti di cronaca o del bisogno di lanciare rassicurazioni di facciata all'opinione pubblica fomentata da campagne di stampa.
Come riferiscono le statistiche, il movente continua ad essere quello "passionale o del possesso" il più frequente … L'idea che il proprio compagno/a sia una nostra proprietà è molto radicata soprattutto negli uomini i quali non accettano la fine di una relazione, di un rapporto. Le donne spesso al pronto soccorso dicono di aver sbattuto allo stipite di una porta o di essere cadute dalle scale. Non devono accettare il primo schiaffo, la prima spinta. Devono capire subito di aver di fronte una persona violenta e quindi non fare le crocerossine. L'escalation di violenza infatti non si fermerà e le lesioni lievi, gravi, gravissime diventeranno tentato omicidio e omicidio. La vittima subisce violenze fisiche, psicologiche, molestie assillanti che spesso preannunciano l'evento morte e anche i familiari della vittima sono ulteriori vittime di cotanta violenza. Peccato che nessuno dia loro voce, nè prima, né durante e né dopo il processo. Abbandonate senza supporto psicologico anche da sole all'obitorio.
Il sogno di felicità… Più che felicità che da credente e cattolica credo non possa esistere su questa terra con le brutture e le cattiverie di questa attuale società, penso possa parlarsi di potenziale serenità. Miro, quindi, a comportarmi secondo coscienza nella vita quotidiana, a relazionarmi con gli altri con positività cercando di trarre il meglio dalle persone e poter dormire tranquilla la sera quando mi affido a Dio per il giorno successivo. Amo le cose semplici e se c'è il sentimento si valorizza ogni cosa.
Facendo prevenzione, informando i giovani dei pericoli sull'abuso di alcol e quant'altro di stupefacente prima di mettersi alla guida, dopo aver trascorso delle ore in birreria, in discoteca, può dare un consiglio… Dico ai giovani di non bruciare le tappe, di non "consumare", ma di vivere con la consapevolezza di non dover dimostrare nulla agli altri. Non temete i giudizi del gruppo, del leader, del bullo. Scegliete da soli e per il vostro bene. La vita va apprezzata e basta un secondo di distrazione per distruggerla e per rovinare tante famiglie. Dunque non guidate con il telefonino, non mettetevi alla guida sotto l'effetto di droghe e alcool. A tal proposito sappiate che questo è un omicidio stradale e nel mio piccolo sto conducendo anche campagne di sensibilizzazione affinché la proposta di legge sia accolta nel nostro ordinamento.
Di recente ha visitato Canosa di Puglia "Città d'Arte e di Cultura", cosa l'ha particolarmente colpita? Della terra canosina mi ha colpito la bellezza e la storia, così ricca di riferimenti al passato dai siti archeologici ai palazzi, dalle stupende basiliche al Teatro Lembo (del mio antenato Raffaele) e poi la Cattedrale di San Sabino.
Matera è la Capitale Europea della Cultura 2019… Sono orgogliosa come lucana. La candidatura condivisa di Matera mi auguro possa rappresentare uno scatto in avanti per la Basilicata tutta e per il sud. E' necessario che questa regione sia dotata di infrastrutture e che il turista possa essere accolto. Matera non è munita di ferrovie dello Stato ed è gravissimo. Di conseguenza spero che vengano realizzate opere permanenti in questi pochi anni che ci separano dalla meta ambita.
E' soddisfatta di ciò che sta realizzando? Progetti per il futuro… Certo che sono soddisfatta! Non sono in grado di prospettare i futuri progetti in quanto sono talmente "affollata" di idee da non conoscere io stessa quello che farò nell'imminente. Posso solo dire che il metodo che mi governa costituisce per me una garanzia per il futuro.
Un sentito grazie, anche a nome della Redazione di CanosaViva, per la disponibilità e per aver dedicato del tempo prezioso alle nostre domande.
Bartolo Carbone
Due domande ricorrenti per la presentazione: situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network … Mi chiamo Maria Sabina perché porto il nome di mio nonno nato e vissuto a Canosa fino alle nozze. Mi sono sposata nel 2012 e da allora vivo in Potenza con mio marito Giuseppe con cui condivido anche la vita professionale in ambito forense. I social network, se utilizzati con le giuste modalità, sono molto utili ed interessanti per la vita professionale e per la crescita di una persona. La mia esperienza personale è molto positiva. Dico solo che ho un canale giuridico su YouTube con oltre 170.000 visitatori, 2.000 contatti professionali su Linkedin, 600 contatti su Twitter, migliaia di persone iscritte nei miei 2 gruppi su Linkedin e nei miei 2 gruppi su Facebook, un portale del diritto e delle scienze forensi www.giuristiediritto.it con un milione di visitatori. Attraverso i social network ho intessuto una serie di relazioni professionali e soprattutto è stato possibile intercettare esperti di tutta Italia in quanto desideravo un confronto che non fosse limitato alla mia regione Basilicata: avvocati, psicologi, medici, forze dell'ordine, criminalisti e criminologi, polizia scientifica e R.I.S., odontologi forensi, geologi forensi etc.
Meglio aspirare a diventare un avvocato penalista o civilista? Sin da bambina aspiravo a "diventare" avvocato e man mano con l'adolescenza e con la maturità ho capito che quella era la mia strada. Mi sono iscritta quindi alla facoltà di giurisprudenza di Bari e mi sono laureata discutendo una tesi in criminologia sul tema "la sindrome da immunodeficienza acquisita e il regime di detenzione" e dopo l'abilitazione alla professione legale e il praticantato in ben cinque studi legali in Potenza ho deciso di organizzarmi in proprio e successivamente con mio marito allo scopo di seguire con dedizione, passione, serietà, onestà e incessante studio ed aggiornamento i casi, le storie, i procedimenti penali, tributari, civili. Sicuramente, però, la mia indole e le mie propensioni sono per l'ambito penale che in questi anni ho approfondito con l'ausilio dello studio di altre scienze sia forensi che criminalistiche. In tal senso tra due anni pubblicherò un volume che vedrà la collaborazione di esperti del settore.
Sino a qualche anno fa era la professione più ambita, invece gli ultimi dati riportano che i giovani preferiscono quella del dottore, quali sono i motivi di questo cambio di tendenze? La nostra professione negli ultimi decenni ha visto l'ingresso di tanti colleghi e i numeri sono altissimi. Se volessimo fare dei calcoli in Italia, ebbene ci sono molti più avvocati rispetto ad altri paesi europei. Senz'altro gli italiani sono molto litigiosi, ma siamo indubbiamente troppi avvocati rispetto alla popolazione. Soprattutto sono pochi gli avvocati che svolgono quest'attività con motivazione. Si avvicinano a questa professione tanti colleghi per ripiego, perché non sanno cosa altro fare. Dopo l'università sono pochi i bandi di concorsi. L'esame di abilitazione forense diventa sempre più difficile da superare, è complesso. Io ho preparato tantissimi praticanti con mio marito perché collaboriamo con un istituto che si occupa di formazione per praticanti avvocati e abbiamo avuto modo in questi 8 anni di avere il polso della situazione. Abbiamo avuto un calo di iscritti perché c'è un calo di iscritti alla facoltà di giurisprudenza nelle università. I ragazzi iniziano a capire che questa professione è satura. Bisogna puntare sulle specializzazioni e fare una selezione a monte durante il percorso universitario. Aggiungo che con la crisi che sta vivendo l'Italia "litigare" è un bene di lusso e se pure un cliente vuole attivare un procedimento inizia a dire che ci sono le tasse da pagare, la tavola da apparecchiare. In tal senso sono avvantaggiati medici e commercialisti, il cliente ci va e non proferisce parola.
Come è stato l'approccio al mondo forense? Inizialmente dopo l'università prevaleva l'entusiasmo e la voglia di fare. Poi con il tempo ho capito che per una donna le difficoltà erano, innanzitutto, quelle di superare le avversità dell'universo maschile le quali sono ancora prepotenti nel nostro sud, retaggi culturali maschilisti e quindi la prima cosa da fare era esigere rispetto ed educazione da parte di colleghi e da parte dei clienti i quali magari ti dicono "signorina", "dottoressa" perché sei donna e perché così ti vogliono sminuire. La preparazione e la serietà a volte non sono premiate dai clienti che per certi versi "amano" farsi prendere in giro da tanti "azzeccagarbugli", da praticoni, da improvvisati. E' diventato un po' un mercato il tribunale per certi versi.
Il libro da tenere sul comodino... Ascolti, dottore, di libri ne ho scritti tanti per cui consiglierei i miei. L'ultimo è "Vittime di crimini violenti" pubblicato dalla casa editrice Maggioli. E' un'opera di vittimologia criminale condivisa con uno psichiatra forense Paolo De Pasquali e una psicologa sessuologa criminologa Anna Maria Casale. Con approccio interdisciplinare abbiamo scandagliato i delitti contro la persona di natura dolosa e intenzionale offrendo al lettore una visione completa e dettagliata dei fenomeni.
Come è nata la passione per la scrittura professionale giuridica? Nel 2012 ho pubblicato con Giuffré Editore il mio primo libro intitolato "I reati contro le donne e i minori" nella collana "Teoria e pratica del diritto penale", una collana in cui pubblicano pochissimi autori e sono pochissimi i volumi previsti ogni anno. E' stata una soddisfazione immensa ed indescrivibile anche per gli altissimi numeri di copie vendute in questi due anni. Ebbene sì, il mio primo libro era stato deliberatamente inserito in una collana. Nel frattempo mi dovevo sposare e preparavo il mio matrimonio. All'improvviso un mese prima delle nozze ho avuto una occlusione della vena centrale della retina cioè ho perduto sei gradi di visus all'occhio sinistro e quindi capirà che mi è crollato il mondo addosso. Dopo qualche mese e tanti timori di peggioramenti e recidive ho, con l'aiuto di Dio, recuperato la vista. Ero stata ricoverata a Bari nel reparto di oculistica, vi era una ragazza con il volto tumefatto a causa di un pestaggio subito da un ex partner e non voleva denunciare l'accaduto. In quell'istante ho deciso che da allora in poi avrei dovuto continuare e insistere con questo tipo di pubblicazioni e da allora sto pubblicando nella collana legale penale della Maggioli e ho in corso di lavorazione tante altre opere che ho già proposto all'editore.
Un pensierino a quella letteraria, magari un giallo o noir, e perché no alla sceneggiatura di un film? Sono molto versatile e poliedrica, non si sa mai. Mi piacerebbe. Al momento non ho l'ispirazione. Nel frattempo ho organizzato dei flash-mob. Vorrei anche organizzare eventi a scopo sociale con l'ausilio di forme artistiche quali la musica, la poesia.
La prima esibizione in pubblico: cosa si prova quando si ha di fronte la platea? Influiscono i giudizi, i commenti e gli applausi del pubblico? Al mio attivo ho numerosissimi convegni, conferenze, tavole rotonde, corsi di formazione sia nella mia terra che in diverse altre città. Le confido che non ho mai avuto timori o paure perché quando sono convinta e credo in un progetto lo porto avanti a testa alta e come dicono molti miei colleghi sono una "macchina da guerra". Non faccio caso ad applausi, quello che mi scalda il cuore è ricevere attestazioni di stima in privato senza gli sguardi delle telecamere.
Lo stalking si manifesta secondo quattro modalità: uomo stalker e vittima donna, donna stalker e uomo vittima, donna stalker e donna vittima, uomo stalker e uomo vittima. Un consiglio per chi è vittima di stalking… Dice bene. Non ci sono persone immuni, chiunque può essere vittima di questo delitto. E' di fatto anche un fenomeno sociale, culturale che desta molte preoccupazioni in quanto spesso lo stalking è l'anticamera di eventi letali come l'omicidio. Sicuramente come avvocato devo consigliare alle vittime di rivolgersi all'autorità giudiziaria per denunciare l'accaduto e di tenere determinati comportamenti a scopo di precauzione per ridurre i danni e per prevenire eventi via via sempre più gravi. Non accettate inviti chiarificatori della fine di una relazione, non abbiate la convinzione di poter cambiare chi vi perseguita. Non cambiate numero di telefono ma tenete con la vibrazione il cellulare che lo stalker conosce e acquistate altre sim. Non rispondete alla sue e-mail. Cercate di non essere abitudinari ma di muovervi in luoghi affollati e mai isolati, se necessario anche in compagnia.
Solo un piccolo uomo usa violenza sulle donne per sentirsi grande… Dallo studio delle statistiche emerge che la popolazione femminile è quella maggiormente colpita dal fenomeno della violenza e soprattutto si tratti di casi di violenza domestica. L'aguzzino sovente è un fidanzato, il marito, un amico, raramente un conoscente o uno sconosciuto. Quegli uomini che possiamo definire stalker, maltrattanti, stupratori, assassini a mio avviso dovrebbero non soltanto essere processati, ma anche essere trattati a scopo terapeutico come accade in altri paesi in cui la normativa cerca di risolvere a 360 gradi i problemi al contrario del diritto penale italiano che si muove sempre sull'onda dell'emergenza e con decreti legge "raffazzonati". Inoltre, credo sia importante e doveroso che ricevano un'educazione al rispetto della donna da parte dei genitori. Se un uomo respira aria di violenza in famiglia a sua volta sarà un violento. Si tratta di uomini che sono vittime di difficoltà relazionali e di problemi nella comunicazione. Nei casi più gravi hanno disturbi della personalità o sono psicotici o degli psicopatici.
Violenza sulle donne: una vittima ogni due giorni. Le cause del dilagare del femminicidio…In Italia diminuisce il numero degli omicidi ma aumenta il numero dei femminicidi. Il termine "femminicidio" o "femmicidio" è un neologismo diffuso nel linguaggio giornalistico ed è stato utilizzato per la prima volta dall'antropologa messicana Marcella Lagarde e poi dalla sociologa statunitense Diana Russell. Da un punto di vista giuridico il femminicidio non è disciplinato con una norma ad hoc nel codice penale atteso che vi è uguaglianza formale tra i generi nella fattispecie penale relativa all'omicidio. Esiste, nel nostro ordinamento il delitto di omicidio volontario, esistono le aggravanti e ovviamente la fattispecie di uxoricidio, di matricidio, patricidio e fratricidio sono punite con maggiore severità atteso che vi è un vincolo di parentela tra assassino e vittima. Le cause del femminicidio sono tante e per lo studio della genesi e della natura delle stesse, dell'autore di reato e della vittima vi sono apposite figure competenti in materia. Mi riferisco agli psichiatri e agli psicologi che collaborano con avvocati, con pubblici ministeri e sono anche nominati come periti dal giudice. La prevenzione dei femminicidi necessita un approccio strutturale e non di una singola legge. Occorre evitare di legiferare sull'onda emotiva di fatti di cronaca o del bisogno di lanciare rassicurazioni di facciata all'opinione pubblica fomentata da campagne di stampa.
Come riferiscono le statistiche, il movente continua ad essere quello "passionale o del possesso" il più frequente … L'idea che il proprio compagno/a sia una nostra proprietà è molto radicata soprattutto negli uomini i quali non accettano la fine di una relazione, di un rapporto. Le donne spesso al pronto soccorso dicono di aver sbattuto allo stipite di una porta o di essere cadute dalle scale. Non devono accettare il primo schiaffo, la prima spinta. Devono capire subito di aver di fronte una persona violenta e quindi non fare le crocerossine. L'escalation di violenza infatti non si fermerà e le lesioni lievi, gravi, gravissime diventeranno tentato omicidio e omicidio. La vittima subisce violenze fisiche, psicologiche, molestie assillanti che spesso preannunciano l'evento morte e anche i familiari della vittima sono ulteriori vittime di cotanta violenza. Peccato che nessuno dia loro voce, nè prima, né durante e né dopo il processo. Abbandonate senza supporto psicologico anche da sole all'obitorio.
Il sogno di felicità… Più che felicità che da credente e cattolica credo non possa esistere su questa terra con le brutture e le cattiverie di questa attuale società, penso possa parlarsi di potenziale serenità. Miro, quindi, a comportarmi secondo coscienza nella vita quotidiana, a relazionarmi con gli altri con positività cercando di trarre il meglio dalle persone e poter dormire tranquilla la sera quando mi affido a Dio per il giorno successivo. Amo le cose semplici e se c'è il sentimento si valorizza ogni cosa.
Facendo prevenzione, informando i giovani dei pericoli sull'abuso di alcol e quant'altro di stupefacente prima di mettersi alla guida, dopo aver trascorso delle ore in birreria, in discoteca, può dare un consiglio… Dico ai giovani di non bruciare le tappe, di non "consumare", ma di vivere con la consapevolezza di non dover dimostrare nulla agli altri. Non temete i giudizi del gruppo, del leader, del bullo. Scegliete da soli e per il vostro bene. La vita va apprezzata e basta un secondo di distrazione per distruggerla e per rovinare tante famiglie. Dunque non guidate con il telefonino, non mettetevi alla guida sotto l'effetto di droghe e alcool. A tal proposito sappiate che questo è un omicidio stradale e nel mio piccolo sto conducendo anche campagne di sensibilizzazione affinché la proposta di legge sia accolta nel nostro ordinamento.
Di recente ha visitato Canosa di Puglia "Città d'Arte e di Cultura", cosa l'ha particolarmente colpita? Della terra canosina mi ha colpito la bellezza e la storia, così ricca di riferimenti al passato dai siti archeologici ai palazzi, dalle stupende basiliche al Teatro Lembo (del mio antenato Raffaele) e poi la Cattedrale di San Sabino.
Matera è la Capitale Europea della Cultura 2019… Sono orgogliosa come lucana. La candidatura condivisa di Matera mi auguro possa rappresentare uno scatto in avanti per la Basilicata tutta e per il sud. E' necessario che questa regione sia dotata di infrastrutture e che il turista possa essere accolto. Matera non è munita di ferrovie dello Stato ed è gravissimo. Di conseguenza spero che vengano realizzate opere permanenti in questi pochi anni che ci separano dalla meta ambita.
E' soddisfatta di ciò che sta realizzando? Progetti per il futuro… Certo che sono soddisfatta! Non sono in grado di prospettare i futuri progetti in quanto sono talmente "affollata" di idee da non conoscere io stessa quello che farò nell'imminente. Posso solo dire che il metodo che mi governa costituisce per me una garanzia per il futuro.
Un sentito grazie, anche a nome della Redazione di CanosaViva, per la disponibilità e per aver dedicato del tempo prezioso alle nostre domande.
Bartolo Carbone