Le interviste di Bartolo Carbone
Ho come la sensazione di aver visto Lynn Johnson a Canosa…
La parola al fotoreporter Davide Pischettola
martedì 7 aprile 2015
23.36
A distanza di qualche giorno non si è ancora spento l'eco dell'inno alla Desolata, il cui testo si ispira alla celebre Laude "Stabat Mater" di Jacopone da Todi(sec. XIII), cantato quest'anno da 380 donne in nero con il volto coperto da una veletta, componenti del coro diretto dal maestro Mimmo Masotina, nella mattina di sabato scorso per la processione che ha chiuso i riti della Settimana Santa a Canosa di Puglia(BT). Tantissime testimonianze a margine della Processione della Desolata, una delle più cliccate e riprese a livello mediatico, molto seguita sui social network dove le foto hanno spopolato a colpi di "like". In particolare quella di Davide Pischettola(38 anni), fotoreporter molfettese, esperto di informatica, vincitore di concorsi fotografici di notevole importanza, accompagnata da un commento significativo "Ho come la sensazione di aver visto Lynn Johnson a Canosa e di aver scattato accanto a lei…" che ha attirato le curiosità di molte persone con diversi quesiti da rispondere in merito alla presenza della famosa Lynn Johnson di National Geographic, pioniera del fotogiornalismo al femminile, nota "per l'empatia che riesce a stabilire con i soggetti, dai monaci buddhisti all'influenza aviaria". Per l'occasione il fotoreporter Davide Pischettola ha risposto alle seguenti domande per Canosaweb:
Ho come la sensazione di aver visto Lynn Johnson a Canosa e di aver scattato accanto a lei… Ero in posizione frontale rispetto alle donne vestite di nero, attendevo di catturare il gesto della copertura del volto, dopo mi sono concentrato sul simulacro della Madonna e appena la processione si è avviata, ho notato una donna con un viso "familiare", ho notato la sua macchina fotografica, credo sia stata una Leica M6 con un 35mm montato, abbiamo fatto metà processione insieme e tra uno scatto e l'altro, la mia attenzione andava su di lei, notavo come scattava, come si muoveva e anche qualche scatto sul suo display, ho pensato: "Questa sarà una grande fotoreporter, ne sono certo". Ci siamo persi dopo metà processione, io ho continuato il mio percorso e appena sono tornato a casa, ho fatto una ricerca di alcuni nomi di fotografe note a livello internazionale e mi è capitata per caso lei: Lynn Johnson. Non sono ancora sicuro al 100% ma, da ciò che ho visto, da come componeva i suoi scatti, dalla sua discrezione e delicatezza, sono sempre più convinto fosse una grande fotoreporter, questo è certo e indipendentemente dal nome.
Chi è Davide Pischettola? Un fotoreporter che dopo 15 anni di attività nel campo informatico, si appassiona alla fotografia e dopo un paio d'anni come amatore, decide di abbandonare il primo lavoro e di dedicarsi alla fotografia 24 ore al giorno. Nel novembre 2013 inaugura lo studio fotografico a Molfetta, con particolare predilezione al reportage, sia sociale che matrimoniale, ama anche la paesaggistica e la ritrattistica, insomma, tutta la Fotografia con la F maiuscola ma far bene tutto è molto complicato. Ogni giorno, dedica del tempo allo studio, perché la fotografia si evolve continuamente e bisogna stare al passo, altrimenti si è tagliati fuori.
Due richieste ricorrenti per le presentazioni di rito : situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network… Sono sposato e ho un figlio stupendo di quasi 5 mesi, sono la mia vita, la mia gioia, la mia più grande fortuna. I miei primi scatti, li ho pubblicati su Facebook, spesso anche foto personali per condividerli con i miei parenti in Australia, e dopo, pian piano che si sviluppava la mia passione, le pubblicazioni di paesaggi locali, Molfetta la mia Patria col suo mare, la Murgia e notavo un certo interesse anche da parte di gente sconosciuta, finché mi hanno proposto di fare una mostra e da lì è partito tutto. Oggi, continuo a pubblicare qualche scatto e ad aggiornare sempre la mia pagina personale perché è giusto "informare" e "condividere" i miei lavori e i miei pensieri e quale modo migliore se non, con la Fotografia!
Titoli di studio ed attuale occupazione…Sono diplomato geometra e MCP(certificazione Microsoft) sulle reti informatiche. Attualmente sono fotografo professionista, con studio in Molfetta.
Perché ha scelto di fare il fotografo? Ho scelto di fare il fotografo perché amo la Fotografia, penso e vivo di Fotografia, è la mia più grande scoperta, il mio più grande sfogo, mi piace molto raccontare con immagini, non c'è cosa migliore secondo me che emozionarsi ed emozionare e farlo con un'impronta personale, mettendoci tutta la propria storia in quel fotogramma
L'ottica utilizzata normalmente. E il digitale, ha aiutato o penalizzato il lavoro del fotoreporter? Amo molto il grandangolo che, per chi fa reportage, è l'ideale, più informazioni riesco ad inserire nel fotogramma, più racconta. Il digitale a mio avviso facilita molto il nostro lavoro, basti pensare che appena aver scattato, le foto sono già pronte e disponibili per i committenti, spesso anche inviate via mail, ciò che prima non era possibile, perché bisognava sviluppare il rullino, attendere la stampa e consegnare il lavoro a mano. Inoltre, grazie alla post-produzione, possiamo dare un'impronta personale ad ogni scatto, con pochissimi click.
Come si è avvicinato all'arte della fotografia e da quanto tempo? Tutto è nato 4 anni fa, quando in un viaggio con amici in Abruzzo, una mia amica aveva in mano una macchina digitale con un super zoom, una Bridge precisamente, mi ha colpito la nitidezza, la versatilità e la facilità di scatto. Appena tornato a casa, ho comprato la s ua stessa macchina digitale ma questa facilità era solo un'illusione, dopo pochi giorni ho capito che la Fotografia era tutta un'altra cosa.
Cosa si prova on the road, tra la gente in attesa del passaggio della Processione della Desolata con una macchina fotografica tra le mani? Una forte emozione nel vedere ciò che succede sotto i propri occhi, nell'ascoltare l'inno della Desolata, un canto straziante, molto intimo, così intimo che pensi di essere di intralcio, di disturbo ma, con delicatezza, sensibilità e concentrazione, devi ragionare e scattare, s eguire ciò che il cuore ti dice, una sorta di estensione del cervello e del cuore, che fa più rumore, sotto forma di click
Da quanto tempo segue la Processione della Desolata? Questo è stato il terzo anno che ho seguito la Processione, ho scelto di tornare perché volevo completare il mio reportage iniziato 3 anni fa e che mi ha dato molta soddisfazione. Sono grato a Canosa e alla Desolata se alcune mie foto hanno vinto concorsi, pubblicazioni su giornali online, e fatto emergere di più il mio nome, pur essendo agli inizi della carriera di fotografo. Non dimenticherò mai, la prima pubblicazione su National Geographic, ne sono seguite altre, ed il premio della Giuria al Concorso Internazionale di Fotografia Oasis Photo Contest, entrambi con il ritratto di una donna col viso coperto, in mezzo a tante altre a Canosa, era proprio la processione della Desolata.
Cosa l'ha particolarmente colpita? Quello che decisamente mi colpisce è il canto di strazio di queste donne dal viso coperto, tutte legate tra loro, tutte anonime, non si vedono in viso ma si sente dalla loro voce, tutta la devozione, tutto l'Amore per la Madonna e per questo rito particolare, suggestivo, unico al mondo direi, tanto poco conosciuto ma tanto forte da attirare gente e fotografi da tutto il mondo.
Suggerimenti di un foto reporter per la processione agli organizzatori per operare nel miglior modo possibile… Non mi sentirei proprio adatto a consigli sull'organizzazione, è vero che scattare foto durante la Processione della Desolata non è semplice, per niente. Bisogna evitare i numerosi fotografi, i numerosi operatori di servizio, districarsi tra stradine strette e scale, ma, fa parte del gioco, fa parte del nostro lavoro. Quello che mi sentirei di dire è rivolto semmai ai fotografi, ai miei colleghi, cercando di essere meno invasivi possibile, di non essere di intralcio. Spesso ho assistito a scene poco professionali e poco delicate e poi non bisogna dimenticarsi di coloro che partecipano a questo rito e chi crede per davvero e tiene molto al silenzio e alla preghiera.
La presenza degli esperti di National Geographic ai Riti della Settimana Santa in Puglia… La loro presenza farebbe piacere, e farebbe piacere molto anche a noi fotografi, prendere esempio da loro, da come operano sul campo, da come si muovono e da come interagiscono. Io poi, sono particolarmente attratto dai fotografi del National Geographic, perché, secondo me, sono i migliori e le loro foto hanno fatto la storia della Fotografia, un esempio per tutti. Sono un loro grande fan e un loro accanito lettore. Sarebbe un sogno per me un giorno, conoscerne uno e lavorarci accanto, come pure i loro photo-editor, sono dei grandi.
Canosa di Puglia "Città d'Arte e di Cultura", è da fotografare? Certo, Canosa come tante altre cittadine pugliesi è ricca di cultura e di storia. La gente disponibile e interessante, è proprio da fotografare, infatti non ho esitato a fare dei ritratti alla gente del posto, come la signora Rosa di 91 anni che era sulla porta di casa a guardare la processione con la figurina della Desolata tra le mani, con tanta devozione e tanta serenità nei suoi occhi, quegli occhi pieni di storia e vita vissuta, mi ha ricordato tanto mia nonna, una donna speciale che non dimenticherò mai, aveva la sua stessa età quando ha lasciato questo mondo e ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di me, ciao Nonna!
La formula vincente per ottenere buoni risultati fotografici…Non credo esista una formula vincente, credo sia fondamentale invece essere se stessi, raccontare con immagini la propria storia, le proprie esperienze, le proprie conoscenze, evitando di copiare dagli altri ma studiare tanto i grandi della fotografia, quelli che hanno fatto davvero la storia, prendere spunto si, ma far emergere sempre il proprio stile, questo credo emozioni la gente ma prima, devo emozionare me stesso.
Grazie anche a nome della Redazione di Canosaweb per aver dedicato del tempo alle nostre domande e per il prezioso omaggio fotografico.
Bartolo Carbone
Ho come la sensazione di aver visto Lynn Johnson a Canosa e di aver scattato accanto a lei… Ero in posizione frontale rispetto alle donne vestite di nero, attendevo di catturare il gesto della copertura del volto, dopo mi sono concentrato sul simulacro della Madonna e appena la processione si è avviata, ho notato una donna con un viso "familiare", ho notato la sua macchina fotografica, credo sia stata una Leica M6 con un 35mm montato, abbiamo fatto metà processione insieme e tra uno scatto e l'altro, la mia attenzione andava su di lei, notavo come scattava, come si muoveva e anche qualche scatto sul suo display, ho pensato: "Questa sarà una grande fotoreporter, ne sono certo". Ci siamo persi dopo metà processione, io ho continuato il mio percorso e appena sono tornato a casa, ho fatto una ricerca di alcuni nomi di fotografe note a livello internazionale e mi è capitata per caso lei: Lynn Johnson. Non sono ancora sicuro al 100% ma, da ciò che ho visto, da come componeva i suoi scatti, dalla sua discrezione e delicatezza, sono sempre più convinto fosse una grande fotoreporter, questo è certo e indipendentemente dal nome.
Chi è Davide Pischettola? Un fotoreporter che dopo 15 anni di attività nel campo informatico, si appassiona alla fotografia e dopo un paio d'anni come amatore, decide di abbandonare il primo lavoro e di dedicarsi alla fotografia 24 ore al giorno. Nel novembre 2013 inaugura lo studio fotografico a Molfetta, con particolare predilezione al reportage, sia sociale che matrimoniale, ama anche la paesaggistica e la ritrattistica, insomma, tutta la Fotografia con la F maiuscola ma far bene tutto è molto complicato. Ogni giorno, dedica del tempo allo studio, perché la fotografia si evolve continuamente e bisogna stare al passo, altrimenti si è tagliati fuori.
Due richieste ricorrenti per le presentazioni di rito : situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network… Sono sposato e ho un figlio stupendo di quasi 5 mesi, sono la mia vita, la mia gioia, la mia più grande fortuna. I miei primi scatti, li ho pubblicati su Facebook, spesso anche foto personali per condividerli con i miei parenti in Australia, e dopo, pian piano che si sviluppava la mia passione, le pubblicazioni di paesaggi locali, Molfetta la mia Patria col suo mare, la Murgia e notavo un certo interesse anche da parte di gente sconosciuta, finché mi hanno proposto di fare una mostra e da lì è partito tutto. Oggi, continuo a pubblicare qualche scatto e ad aggiornare sempre la mia pagina personale perché è giusto "informare" e "condividere" i miei lavori e i miei pensieri e quale modo migliore se non, con la Fotografia!
Titoli di studio ed attuale occupazione…Sono diplomato geometra e MCP(certificazione Microsoft) sulle reti informatiche. Attualmente sono fotografo professionista, con studio in Molfetta.
Perché ha scelto di fare il fotografo? Ho scelto di fare il fotografo perché amo la Fotografia, penso e vivo di Fotografia, è la mia più grande scoperta, il mio più grande sfogo, mi piace molto raccontare con immagini, non c'è cosa migliore secondo me che emozionarsi ed emozionare e farlo con un'impronta personale, mettendoci tutta la propria storia in quel fotogramma
L'ottica utilizzata normalmente. E il digitale, ha aiutato o penalizzato il lavoro del fotoreporter? Amo molto il grandangolo che, per chi fa reportage, è l'ideale, più informazioni riesco ad inserire nel fotogramma, più racconta. Il digitale a mio avviso facilita molto il nostro lavoro, basti pensare che appena aver scattato, le foto sono già pronte e disponibili per i committenti, spesso anche inviate via mail, ciò che prima non era possibile, perché bisognava sviluppare il rullino, attendere la stampa e consegnare il lavoro a mano. Inoltre, grazie alla post-produzione, possiamo dare un'impronta personale ad ogni scatto, con pochissimi click.
Come si è avvicinato all'arte della fotografia e da quanto tempo? Tutto è nato 4 anni fa, quando in un viaggio con amici in Abruzzo, una mia amica aveva in mano una macchina digitale con un super zoom, una Bridge precisamente, mi ha colpito la nitidezza, la versatilità e la facilità di scatto. Appena tornato a casa, ho comprato la s ua stessa macchina digitale ma questa facilità era solo un'illusione, dopo pochi giorni ho capito che la Fotografia era tutta un'altra cosa.
Cosa si prova on the road, tra la gente in attesa del passaggio della Processione della Desolata con una macchina fotografica tra le mani? Una forte emozione nel vedere ciò che succede sotto i propri occhi, nell'ascoltare l'inno della Desolata, un canto straziante, molto intimo, così intimo che pensi di essere di intralcio, di disturbo ma, con delicatezza, sensibilità e concentrazione, devi ragionare e scattare, s eguire ciò che il cuore ti dice, una sorta di estensione del cervello e del cuore, che fa più rumore, sotto forma di click
Da quanto tempo segue la Processione della Desolata? Questo è stato il terzo anno che ho seguito la Processione, ho scelto di tornare perché volevo completare il mio reportage iniziato 3 anni fa e che mi ha dato molta soddisfazione. Sono grato a Canosa e alla Desolata se alcune mie foto hanno vinto concorsi, pubblicazioni su giornali online, e fatto emergere di più il mio nome, pur essendo agli inizi della carriera di fotografo. Non dimenticherò mai, la prima pubblicazione su National Geographic, ne sono seguite altre, ed il premio della Giuria al Concorso Internazionale di Fotografia Oasis Photo Contest, entrambi con il ritratto di una donna col viso coperto, in mezzo a tante altre a Canosa, era proprio la processione della Desolata.
Cosa l'ha particolarmente colpita? Quello che decisamente mi colpisce è il canto di strazio di queste donne dal viso coperto, tutte legate tra loro, tutte anonime, non si vedono in viso ma si sente dalla loro voce, tutta la devozione, tutto l'Amore per la Madonna e per questo rito particolare, suggestivo, unico al mondo direi, tanto poco conosciuto ma tanto forte da attirare gente e fotografi da tutto il mondo.
Suggerimenti di un foto reporter per la processione agli organizzatori per operare nel miglior modo possibile… Non mi sentirei proprio adatto a consigli sull'organizzazione, è vero che scattare foto durante la Processione della Desolata non è semplice, per niente. Bisogna evitare i numerosi fotografi, i numerosi operatori di servizio, districarsi tra stradine strette e scale, ma, fa parte del gioco, fa parte del nostro lavoro. Quello che mi sentirei di dire è rivolto semmai ai fotografi, ai miei colleghi, cercando di essere meno invasivi possibile, di non essere di intralcio. Spesso ho assistito a scene poco professionali e poco delicate e poi non bisogna dimenticarsi di coloro che partecipano a questo rito e chi crede per davvero e tiene molto al silenzio e alla preghiera.
La presenza degli esperti di National Geographic ai Riti della Settimana Santa in Puglia… La loro presenza farebbe piacere, e farebbe piacere molto anche a noi fotografi, prendere esempio da loro, da come operano sul campo, da come si muovono e da come interagiscono. Io poi, sono particolarmente attratto dai fotografi del National Geographic, perché, secondo me, sono i migliori e le loro foto hanno fatto la storia della Fotografia, un esempio per tutti. Sono un loro grande fan e un loro accanito lettore. Sarebbe un sogno per me un giorno, conoscerne uno e lavorarci accanto, come pure i loro photo-editor, sono dei grandi.
Canosa di Puglia "Città d'Arte e di Cultura", è da fotografare? Certo, Canosa come tante altre cittadine pugliesi è ricca di cultura e di storia. La gente disponibile e interessante, è proprio da fotografare, infatti non ho esitato a fare dei ritratti alla gente del posto, come la signora Rosa di 91 anni che era sulla porta di casa a guardare la processione con la figurina della Desolata tra le mani, con tanta devozione e tanta serenità nei suoi occhi, quegli occhi pieni di storia e vita vissuta, mi ha ricordato tanto mia nonna, una donna speciale che non dimenticherò mai, aveva la sua stessa età quando ha lasciato questo mondo e ha lasciato un vuoto incolmabile dentro di me, ciao Nonna!
La formula vincente per ottenere buoni risultati fotografici…Non credo esista una formula vincente, credo sia fondamentale invece essere se stessi, raccontare con immagini la propria storia, le proprie esperienze, le proprie conoscenze, evitando di copiare dagli altri ma studiare tanto i grandi della fotografia, quelli che hanno fatto davvero la storia, prendere spunto si, ma far emergere sempre il proprio stile, questo credo emozioni la gente ma prima, devo emozionare me stesso.
Grazie anche a nome della Redazione di Canosaweb per aver dedicato del tempo alle nostre domande e per il prezioso omaggio fotografico.
Bartolo Carbone