Le interviste di Bartolo Carbone
Tu chiamale se vuoi “emozioni”...
Nonna Maria Rosaria al settimo cielo con Zanetti
mercoledì 2 novembre 2016
8.09
Nonostante il periodo negativo della squadra nerazzurra, dei risultati deludenti delle ultime settimane, l'Inter Club di Andria è riuscito come suo solito, grazie al savoir faire di Marco Grassi, a catalizzare l'attenzione di centinaia di tifosi al Cinemars di Andria(BT) per la XII Edizione del Premio Mediterraneo, svoltasi lo scorso venerdì. Il "Premio Mediterraneo", il prestigioso riconoscimento riservato ai nerazzurri che si sono distinti nel campo dello sport, dello spettacolo e della cultura, quest'anno è stato consegnato a Javier Zanetti, l'ex capitano ed attuale dirigente dell'Inter ed a Barbara Facchetti, capodelegazione della nazionale italiana di calcio femminile, figlia dell'indimenticato campione dell'Inter e della Nazionale, Giacinto. Una serata che ha lasciato il segno nel cuore di quanti hanno preso parte, applaudendo a più riprese un campione di correttezza, lealtà e di impegno sociale, in campo e fuori, come Javier Zanetti che ha indossato la maglia dell'Inter dal 1995 al 2014, disputando in totale 1185 partite, risultando il giocatore più vincente, con sedici trofei: cinque scudetti, quattro Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, una Champions League e una Coppa del mondo per club FIFA. Per l'occasione, capitan Zanetti ha dichiarato:«I ragazzi si devono rendere conto che indossano una maglia che ha una grande storia dietro, nel mondo abbiamo tantissimi tifosi che vanno sempre rispettati»
A margine della memorabile serata andriese, la canosina, Maria Rosaria Natale (55 anni), casalinga, sposata con 4 figli ed un nipote di appena 4 mesi che ha coronato il suo sogno di conoscere il capitano dell'Inter, la sua squadra del cuore, ha postato sui social:«Tu chiamale se vuoi emozioni… ». Il famoso successo di Lucio Battisti del 1970, per esprimere la sua immensa gioia per aver incontrato, salutato e scattato la foto con Javier Zanetti, la bandiera ed il capitano di lunga data del F.C. Internazionale 1908. « Sono davvero emozionata per quanto vissuto ad Andria! » - Esordisce così nonna Maria Rosaria Natale, molto conosciuta sui social (ros 61 in chat), per la sua grande passione nerazzurra, di tifosa a 360° e per la sua brillante vena poetica in vernacolo, che ha accolto l'invito a raccontare come si è avvicinata al mondo del calcio e all'Inter, vivendo a Canosa. «E' una storia infinita che dura una vita!Non posso che iniziare così a raccontarmi e raccontarvi il mio essere interista. Ebbene si, sono interista, da quando ancora bambina l'amichetto per cui simpatizzavo era interista e giocando per strada mi nominava Facchetti, Mazzola, Corso, Suarez, che non sapevo neanche che faccia avessero. Non era buon uso che una donna vedesse una partita, ma di qui iniziai ad amare questi colori».
L'esordio on the road per nonna Maria Rosaria che prosegue: «Crescendo il mio "interismo" si fece latente, nel senso che guardavo solo i risultati dell'Inter per tenermi aggiornata ma nulla più. Nel frattempo, ho studiato, mi sono diplomata, ho anche lavorato per un po', fino al matrimonio. Poi la prima figlia, il secondo e anche il terzo. Ecco il terzo di nome Andrea. Lui interista ci è nato e non per caso, già da quando aveva sei anni rispondeva al suo maestro, che gli chiedeva di cambiare squadra, lui rispondeva di essere interista nel DNA! Grazie a lui e all'avvento della Pay TV abbiamo ricominciato a seguire l'Inter assiduamente e la passione ha ripreso, quel fuoco che, per impegni della vita, si era assopito!».
Ed ora, nonna Maria Rosaria scende nei dettagli della grande passione da tifosa: «La casa ha iniziato a riempirsi di sciarpe, cappellini, magliette comprate alle bancarelle e 'rigorosamente false', ma quei colori erano sempre in bella mostra a testimonianza della nostra passione. Quando poi, qui a Canosa si costituì l'Inter Club, iniziai a tesserarmi e pur avendo la pay tv a casa, ogni partita accompagnavo i miei figli, che nel frattempo erano quattro, a guardare la partita nella sede, dove per tutti ero la signora Inter, l'unica donna, tra tanti simpatici 'maschi' , che ancora oggi mi identificano così ».
I primi viaggi verso Milano di nonna Maria Rosaria Natale : «Eventi infelici della vita mi hanno portato verso Milano ed avendo conosciuto un collaboratore dell'Inter, nostro compaesano, ho avuto diverse volte la possibilità. di andare al "tempio del calcio" S.Siro". Ricordo la prima volta che ci misi piede, sembravo davvero una bambina, ero emozionata e non mi sembrava vero! Era inverno, faceva freddo, quel freddo che anche il respiro si gelava, ma io non sentivo niente, solo all'uscita ti accorgervi che c'erano meno sette gradi! Così, quando ho potuto, ho respirato la stessa aria che respiravano i "miei ragazzi", li chiamo così io quelli che indossano la maglia dell'Inter! Per anni ho frequentato anche una chat di interisti, www.interisti.it,dove, anche qui, ho conosciuto gente fantastica, che ho incontrato a Milano e con la quale mi sento ancora. »
Le amicizie nerazzurre di nonna Maria Rosaria: «Tra questi tale Kundo (Andrea)che mi ha dato una grande mano per risolvere gli infelici eventi, che accennavo prima, e Luiswow (Angela) che ancora oggi è parte integrante della mia vita. In questi viaggi della speranza, nelle pause tra un appuntamento e l'altro, sono anche andata ad Appiano ad aspettare che uscissero i "miei ragazzi" e rubare loro una foto, un autografo, proprio come una ragazzina. Tra questi "miei ragazzi" c'era uno, in particolare, che amavo più di tutti. Faccia pulita da bravo ragazzo, serio professionista, trascinatore di una squadra che non sempre dava gioie, che correva sulla fascia come un forsennato, che non segnava gol spessissimo ma amava quei colori con la stessa intensità del tifoso interista: Javier Zanetti!».
Step by step, prima dell'incontro in terra federiciana : « Mi dicevo sempre che l'avrei conosciuto, che un giorno, non sapevo come e quando, ma l'avrei conosciuto. E' successo, finalmente è successo!Ho continuato a tesserarmi all'Inter Club di Andria, perchè, il più tardi possibile, è ovvio, voglio morire da interista. Tra gli eventi che l'Inter Club di Andria propone ai suoi tesserati c'è il "Premio Mediterraneo" che quest'anno è giunto alla dodicesima edizione. In occasione di tale evento vengono premiati famosi personaggi interisti. Quest'anno è toccato a lui, si proprio a Zanetti. Ecco che prendeva forma quel "non so come e non so quando"».
Il sogno di nonna Maria Rosaria Natale, tifosa nerazzurra si avvera: «Venerdì pomeriggio,28 ottobre 2016, all'ora indicata dal Presidente dell'Inter Club Andria ero dentro la sede ad attenderlo. Tremando e sfumacchiando, per ammazzare il tempo che mi separava dal più bel momento della mia vita di tifosa! L'ora prevista era :18,30, ma i minuti trascorrevano fino ad arrivare alle ore 19,00 e poi le 20,00. Iniziavo a temere che l'avrei visto solo sul palco, da lontano. Invece alle ore 20,15, eccolo arrivare. Impeccabile come sempre nel suo abito da vicepresidente, perchè noi interisti chi ci ha onorato gli diamo un posto nella nostra società. Alto, sorridente, felice di essere con noi ma noi più felici, perchè gli abbiamo sorriso, lo abbiamo toccato, ci siamo fatti una foto con lui e ci siamo fatti autografare la maglia col suo nome che da tempo era stata comprata per farla firmare "chissà come e chissà quando"».
L'incontro di nonna Maria Rosaria Natale è immortalato nella foto ricordo, il selfie dell'anno, della vita: «Arriva il mio turno per la foto, quei pochi attimi che servono per uno scatto ma a me sembrano infiniti. Sto accanto a Z4, porgo il telefono ad una ragazza conosciuta lì, le dico di scattare la foto perchè voglio vedere subito io e Zanetti accanto. Poi, per non farmi mancare nulla gli ho stampato un bacio sulla guancia, ringraziandolo! Un'emozione che non si può descrivere, come quando nasce un figlio o un nipote,sono nonna da poco, e ti chiedono come ti senti. Non ci sono parole o un termine che possa racchiudere quell'emozione che ti sale dai piedi e arriva alla testa. Sei lì, vivi quell'attimo, immaginato da tanto, forse troppo tempo e ti sembra un sogno, tanto che poi inizi a dire ma è stato vero? Ero lì accanto a lui, mi ha posato delicatamente la mano sulla spalla per la foto. Gli ho parlato, l'ho baciato? Ditemi che è tutto vero. Zanetti, il mio capitano, accanto a me, oggi riguardo la foto sul mio telefono e penso che qualcuno vedendola mi avrà invidiata sicuramente, di un'invidia buona perchè avrebbe voluto essere al mio posto! Queste sono state le sensazioni provate, difficili da descrivere ma difficilissime da cancellare!».
"Tu chiamale se vuoi "emozioni…" che restano indelebili nel tempo, come inseparabili compagne della quotidianità, come linfa indispensabile per superare anche i momenti infelici della vita.
Bartolo Carbone
A margine della memorabile serata andriese, la canosina, Maria Rosaria Natale (55 anni), casalinga, sposata con 4 figli ed un nipote di appena 4 mesi che ha coronato il suo sogno di conoscere il capitano dell'Inter, la sua squadra del cuore, ha postato sui social:«Tu chiamale se vuoi emozioni… ». Il famoso successo di Lucio Battisti del 1970, per esprimere la sua immensa gioia per aver incontrato, salutato e scattato la foto con Javier Zanetti, la bandiera ed il capitano di lunga data del F.C. Internazionale 1908. « Sono davvero emozionata per quanto vissuto ad Andria! » - Esordisce così nonna Maria Rosaria Natale, molto conosciuta sui social (ros 61 in chat), per la sua grande passione nerazzurra, di tifosa a 360° e per la sua brillante vena poetica in vernacolo, che ha accolto l'invito a raccontare come si è avvicinata al mondo del calcio e all'Inter, vivendo a Canosa. «E' una storia infinita che dura una vita!Non posso che iniziare così a raccontarmi e raccontarvi il mio essere interista. Ebbene si, sono interista, da quando ancora bambina l'amichetto per cui simpatizzavo era interista e giocando per strada mi nominava Facchetti, Mazzola, Corso, Suarez, che non sapevo neanche che faccia avessero. Non era buon uso che una donna vedesse una partita, ma di qui iniziai ad amare questi colori».
L'esordio on the road per nonna Maria Rosaria che prosegue: «Crescendo il mio "interismo" si fece latente, nel senso che guardavo solo i risultati dell'Inter per tenermi aggiornata ma nulla più. Nel frattempo, ho studiato, mi sono diplomata, ho anche lavorato per un po', fino al matrimonio. Poi la prima figlia, il secondo e anche il terzo. Ecco il terzo di nome Andrea. Lui interista ci è nato e non per caso, già da quando aveva sei anni rispondeva al suo maestro, che gli chiedeva di cambiare squadra, lui rispondeva di essere interista nel DNA! Grazie a lui e all'avvento della Pay TV abbiamo ricominciato a seguire l'Inter assiduamente e la passione ha ripreso, quel fuoco che, per impegni della vita, si era assopito!».
Ed ora, nonna Maria Rosaria scende nei dettagli della grande passione da tifosa: «La casa ha iniziato a riempirsi di sciarpe, cappellini, magliette comprate alle bancarelle e 'rigorosamente false', ma quei colori erano sempre in bella mostra a testimonianza della nostra passione. Quando poi, qui a Canosa si costituì l'Inter Club, iniziai a tesserarmi e pur avendo la pay tv a casa, ogni partita accompagnavo i miei figli, che nel frattempo erano quattro, a guardare la partita nella sede, dove per tutti ero la signora Inter, l'unica donna, tra tanti simpatici 'maschi' , che ancora oggi mi identificano così ».
I primi viaggi verso Milano di nonna Maria Rosaria Natale : «Eventi infelici della vita mi hanno portato verso Milano ed avendo conosciuto un collaboratore dell'Inter, nostro compaesano, ho avuto diverse volte la possibilità. di andare al "tempio del calcio" S.Siro". Ricordo la prima volta che ci misi piede, sembravo davvero una bambina, ero emozionata e non mi sembrava vero! Era inverno, faceva freddo, quel freddo che anche il respiro si gelava, ma io non sentivo niente, solo all'uscita ti accorgervi che c'erano meno sette gradi! Così, quando ho potuto, ho respirato la stessa aria che respiravano i "miei ragazzi", li chiamo così io quelli che indossano la maglia dell'Inter! Per anni ho frequentato anche una chat di interisti, www.interisti.it,dove, anche qui, ho conosciuto gente fantastica, che ho incontrato a Milano e con la quale mi sento ancora. »
Le amicizie nerazzurre di nonna Maria Rosaria: «Tra questi tale Kundo (Andrea)che mi ha dato una grande mano per risolvere gli infelici eventi, che accennavo prima, e Luiswow (Angela) che ancora oggi è parte integrante della mia vita. In questi viaggi della speranza, nelle pause tra un appuntamento e l'altro, sono anche andata ad Appiano ad aspettare che uscissero i "miei ragazzi" e rubare loro una foto, un autografo, proprio come una ragazzina. Tra questi "miei ragazzi" c'era uno, in particolare, che amavo più di tutti. Faccia pulita da bravo ragazzo, serio professionista, trascinatore di una squadra che non sempre dava gioie, che correva sulla fascia come un forsennato, che non segnava gol spessissimo ma amava quei colori con la stessa intensità del tifoso interista: Javier Zanetti!».
Step by step, prima dell'incontro in terra federiciana : « Mi dicevo sempre che l'avrei conosciuto, che un giorno, non sapevo come e quando, ma l'avrei conosciuto. E' successo, finalmente è successo!Ho continuato a tesserarmi all'Inter Club di Andria, perchè, il più tardi possibile, è ovvio, voglio morire da interista. Tra gli eventi che l'Inter Club di Andria propone ai suoi tesserati c'è il "Premio Mediterraneo" che quest'anno è giunto alla dodicesima edizione. In occasione di tale evento vengono premiati famosi personaggi interisti. Quest'anno è toccato a lui, si proprio a Zanetti. Ecco che prendeva forma quel "non so come e non so quando"».
Il sogno di nonna Maria Rosaria Natale, tifosa nerazzurra si avvera: «Venerdì pomeriggio,28 ottobre 2016, all'ora indicata dal Presidente dell'Inter Club Andria ero dentro la sede ad attenderlo. Tremando e sfumacchiando, per ammazzare il tempo che mi separava dal più bel momento della mia vita di tifosa! L'ora prevista era :18,30, ma i minuti trascorrevano fino ad arrivare alle ore 19,00 e poi le 20,00. Iniziavo a temere che l'avrei visto solo sul palco, da lontano. Invece alle ore 20,15, eccolo arrivare. Impeccabile come sempre nel suo abito da vicepresidente, perchè noi interisti chi ci ha onorato gli diamo un posto nella nostra società. Alto, sorridente, felice di essere con noi ma noi più felici, perchè gli abbiamo sorriso, lo abbiamo toccato, ci siamo fatti una foto con lui e ci siamo fatti autografare la maglia col suo nome che da tempo era stata comprata per farla firmare "chissà come e chissà quando"».
L'incontro di nonna Maria Rosaria Natale è immortalato nella foto ricordo, il selfie dell'anno, della vita: «Arriva il mio turno per la foto, quei pochi attimi che servono per uno scatto ma a me sembrano infiniti. Sto accanto a Z4, porgo il telefono ad una ragazza conosciuta lì, le dico di scattare la foto perchè voglio vedere subito io e Zanetti accanto. Poi, per non farmi mancare nulla gli ho stampato un bacio sulla guancia, ringraziandolo! Un'emozione che non si può descrivere, come quando nasce un figlio o un nipote,sono nonna da poco, e ti chiedono come ti senti. Non ci sono parole o un termine che possa racchiudere quell'emozione che ti sale dai piedi e arriva alla testa. Sei lì, vivi quell'attimo, immaginato da tanto, forse troppo tempo e ti sembra un sogno, tanto che poi inizi a dire ma è stato vero? Ero lì accanto a lui, mi ha posato delicatamente la mano sulla spalla per la foto. Gli ho parlato, l'ho baciato? Ditemi che è tutto vero. Zanetti, il mio capitano, accanto a me, oggi riguardo la foto sul mio telefono e penso che qualcuno vedendola mi avrà invidiata sicuramente, di un'invidia buona perchè avrebbe voluto essere al mio posto! Queste sono state le sensazioni provate, difficili da descrivere ma difficilissime da cancellare!».
"Tu chiamale se vuoi "emozioni…" che restano indelebili nel tempo, come inseparabili compagne della quotidianità, come linfa indispensabile per superare anche i momenti infelici della vita.
Bartolo Carbone