Le lettere di Agata Pinnelli
In cammino verso i luoghi santi.
Il pellegrinaggio
lunedì 7 dicembre 2015
17.06
In cammino verso i luoghi santi di Giovanni Minerva
La parola deriva dal latino "peregrinatio": viaggio in terra straniera. Presente in tutte le religioni, esso consiste in un viaggio, da soli o in gruppo, verso un luogo sacro, di solito un santuario. Il pellegrinaggio rievoca la condizione di ogni uomo come essere in cammino, "homo viator", viandante alla ricerca del senso profondo dell'esistenza. Anche la storia della Chiesa e la stessa vita del cristiano sono il diario di un pellegrinaggio mai terminato. Pellegrinaggio è mettersi insieme, collaborare, camminare, incontrarsi, dialogare insieme, per progettare insieme "un nuovo cammino dell'umanità". Pellegrinaggio, nella visione di chi soffre, dei poveri, degli oppressi, di quanti soffrono per l'ingiustizia, la provocazione, l'odio, il rancore a causa di chi non conosce la luce del bene e della gioia spirituale. Pellegrinaggio, per approfondire il vero spirito della penitenza, come cambiamento, ricerca delle vere ragioni della vita e, in definitiva, di Dio, Santità e Bene infinito, Verità senz'ombra e senza confini. Se il decentramento di questo Giubileo favorisce gli itinerari turistico – religiosi locali non può non incentivare il pellegrinaggio a Roma, a causa del fascino della città e, soprattutto, il carisma di Papa Francesco, nonché lo stesso tema della "misericordia". I pellegrini di un tempo si muovevano dall'Europa e dall'Oriente verso Roma, centro della cristianità, su muli, asini o a piedi. Gli itinerari delle cinque vie giubilari (Via Francigena, Via Romea, Via dell'Ambra, Via Petrina, Via dei Normanni) erano viaggi lunghi, rischiosi per le malattie, o gli assalti dei briganti, ma erano mossi dalla fede, alla ricerca di se stessi e di Dio. Delle cinque vie giubilari la Via Francigena era il percorso più battuto dai pellegrini che nei secoli antichi si recavano a Roma ed è tuttora percorribile. È una rete di strade e sentieri che, nel suo tracciato principale, entra in Italia dalla Valle d'Aosta, attraversa la Valle Padana passando da Pavia, varca gli Appennini tra Liguria e Toscana, tocca Lucca, Siena e il lago di Bolsena, per terminare a Roma.
GLI ABITI DEL PELLEGRINO
Nel cerimoniale riportato nel primo libro di un manoscritto della metà del XII secolo in riferimento alla vestizione e alla pertinenza del pellegrino giubilare sono elencati i suoi indumenti essenziali:
- Il bordone (da "burdo", mulo), oltre a servire il pellegrino per appoggiarsi durante il viaggio e per difendersi dai lupi e dai cani inselvatichiti, rappresenta la fede sulla quale deve sostenersi lungo il difficile cammino.
- La bisaccia, piccola e senza legacci, deve essere pronta a dare e ricevere.
- Il petaso: ampio cappello a larghe falde, per ripararsi dal sole.
- La mantellina – detta "schiavina", pellegrina o sanrocchino -, spesso di cuoio, per proteggere le spalle dalle intemperie.
- Sugli abiti e sul cappello: numerose insegne a indicare la condizione del pellegrino e i luoghi santi che aveva visitato.
Tra queste: la conchiglia, inizialmente simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela, poi emblema del pellegrinaggio in genere; la palma, se il pellegrinaggio era stato a Gerusalemme; le placchette di piombo con i volti dei santi, le cui spoglie aveva visitato: quadrangole, con le sembianze dei Santi Pietro e Paolo, la Veronica o le chiavi di San Pietro, se era stato a Roma. Gli indumenti variano a seconda delle stagioni, dei costumi del Paese d'origine o delle epoche.
Nel corso di questo Giubileo della Misericordia che non intende essere un Giubileo trionfalistico, migliaia di pellegrini si mettono in cammino lungo le vie giubilari. Molto importanti saranno i pellegrinaggi delle diocesi e di altri gruppi, indipendentemente dai grandi eventi. Per quanto riguarda gli appuntamenti "romani" di rilievo, a metà febbraio 2016 si prevede l'esposizione delle spoglie di San Pio da Pietrelcina e di San Leopoldo Mendic, due grandi confessori che hanno speso la vita a distribuire la misericordia. I pellegrini, forse, potranno pure venerare, tra le altre, le reliquie dei Santi Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa del Bambin Gesù (un esempio fulgidissimo di sposi cristiani), e della stessa ben nota Suora carmelitana di Lisieux, vittima dell'amore misericordioso di Cristo. Si prevede, pure, la presenza delle reliquie della Beata Madre Teresa di Calcutta, l'apostola della Carità e "della Periferia del mondo". Altri eventi previsti: aprile 2016, l'incontro mondiale degli adolescenti; in maggio, la veglia di preghiera per "asciugare le lacrime"; in settembre l'appuntamento per gli operatori e i volontari della misericordia. E come riconosceremo i vari e caratteristici pellegrini? Dal bastone e dalla bisaccia, oggi sostituita da un resistente e leggero zaino, che vorremmo fossero ancora simbolo di quella solidarietà e di quella fede indispensabili per la realizzazione, allora come oggi, di un vero pellegrinaggio. A quindici anni dall'inizio del Terzo Millennio il Giubileo straordinario della Misericordia ripropone, con Papa Francesco, l'esigenza di una umanità unita nella fraternità di una sola grande famiglia che vive nella giustizia, nella pace e nella solidarietà, eliminando le violenze, la povertà, le guerre, le oppressioni di ogni genere. A ciascuno di noi la risposta chiara e responsabile per progettare insieme, nella gioia e nella speranza, un futuro veramente umano.
Per prepararci al meglio a questo evento straordinario, con fede preghiamo con le parole del Santo Padre:
Preghiera di papa Francesco per il Giubileo
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l'adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa' che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana:
Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore:
fa' che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen
La parola deriva dal latino "peregrinatio": viaggio in terra straniera. Presente in tutte le religioni, esso consiste in un viaggio, da soli o in gruppo, verso un luogo sacro, di solito un santuario. Il pellegrinaggio rievoca la condizione di ogni uomo come essere in cammino, "homo viator", viandante alla ricerca del senso profondo dell'esistenza. Anche la storia della Chiesa e la stessa vita del cristiano sono il diario di un pellegrinaggio mai terminato. Pellegrinaggio è mettersi insieme, collaborare, camminare, incontrarsi, dialogare insieme, per progettare insieme "un nuovo cammino dell'umanità". Pellegrinaggio, nella visione di chi soffre, dei poveri, degli oppressi, di quanti soffrono per l'ingiustizia, la provocazione, l'odio, il rancore a causa di chi non conosce la luce del bene e della gioia spirituale. Pellegrinaggio, per approfondire il vero spirito della penitenza, come cambiamento, ricerca delle vere ragioni della vita e, in definitiva, di Dio, Santità e Bene infinito, Verità senz'ombra e senza confini. Se il decentramento di questo Giubileo favorisce gli itinerari turistico – religiosi locali non può non incentivare il pellegrinaggio a Roma, a causa del fascino della città e, soprattutto, il carisma di Papa Francesco, nonché lo stesso tema della "misericordia". I pellegrini di un tempo si muovevano dall'Europa e dall'Oriente verso Roma, centro della cristianità, su muli, asini o a piedi. Gli itinerari delle cinque vie giubilari (Via Francigena, Via Romea, Via dell'Ambra, Via Petrina, Via dei Normanni) erano viaggi lunghi, rischiosi per le malattie, o gli assalti dei briganti, ma erano mossi dalla fede, alla ricerca di se stessi e di Dio. Delle cinque vie giubilari la Via Francigena era il percorso più battuto dai pellegrini che nei secoli antichi si recavano a Roma ed è tuttora percorribile. È una rete di strade e sentieri che, nel suo tracciato principale, entra in Italia dalla Valle d'Aosta, attraversa la Valle Padana passando da Pavia, varca gli Appennini tra Liguria e Toscana, tocca Lucca, Siena e il lago di Bolsena, per terminare a Roma.
GLI ABITI DEL PELLEGRINO
Nel cerimoniale riportato nel primo libro di un manoscritto della metà del XII secolo in riferimento alla vestizione e alla pertinenza del pellegrino giubilare sono elencati i suoi indumenti essenziali:
- Il bordone (da "burdo", mulo), oltre a servire il pellegrino per appoggiarsi durante il viaggio e per difendersi dai lupi e dai cani inselvatichiti, rappresenta la fede sulla quale deve sostenersi lungo il difficile cammino.
- La bisaccia, piccola e senza legacci, deve essere pronta a dare e ricevere.
- Il petaso: ampio cappello a larghe falde, per ripararsi dal sole.
- La mantellina – detta "schiavina", pellegrina o sanrocchino -, spesso di cuoio, per proteggere le spalle dalle intemperie.
- Sugli abiti e sul cappello: numerose insegne a indicare la condizione del pellegrino e i luoghi santi che aveva visitato.
Tra queste: la conchiglia, inizialmente simbolo del pellegrinaggio a Santiago de Compostela, poi emblema del pellegrinaggio in genere; la palma, se il pellegrinaggio era stato a Gerusalemme; le placchette di piombo con i volti dei santi, le cui spoglie aveva visitato: quadrangole, con le sembianze dei Santi Pietro e Paolo, la Veronica o le chiavi di San Pietro, se era stato a Roma. Gli indumenti variano a seconda delle stagioni, dei costumi del Paese d'origine o delle epoche.
Nel corso di questo Giubileo della Misericordia che non intende essere un Giubileo trionfalistico, migliaia di pellegrini si mettono in cammino lungo le vie giubilari. Molto importanti saranno i pellegrinaggi delle diocesi e di altri gruppi, indipendentemente dai grandi eventi. Per quanto riguarda gli appuntamenti "romani" di rilievo, a metà febbraio 2016 si prevede l'esposizione delle spoglie di San Pio da Pietrelcina e di San Leopoldo Mendic, due grandi confessori che hanno speso la vita a distribuire la misericordia. I pellegrini, forse, potranno pure venerare, tra le altre, le reliquie dei Santi Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa del Bambin Gesù (un esempio fulgidissimo di sposi cristiani), e della stessa ben nota Suora carmelitana di Lisieux, vittima dell'amore misericordioso di Cristo. Si prevede, pure, la presenza delle reliquie della Beata Madre Teresa di Calcutta, l'apostola della Carità e "della Periferia del mondo". Altri eventi previsti: aprile 2016, l'incontro mondiale degli adolescenti; in maggio, la veglia di preghiera per "asciugare le lacrime"; in settembre l'appuntamento per gli operatori e i volontari della misericordia. E come riconosceremo i vari e caratteristici pellegrini? Dal bastone e dalla bisaccia, oggi sostituita da un resistente e leggero zaino, che vorremmo fossero ancora simbolo di quella solidarietà e di quella fede indispensabili per la realizzazione, allora come oggi, di un vero pellegrinaggio. A quindici anni dall'inizio del Terzo Millennio il Giubileo straordinario della Misericordia ripropone, con Papa Francesco, l'esigenza di una umanità unita nella fraternità di una sola grande famiglia che vive nella giustizia, nella pace e nella solidarietà, eliminando le violenze, la povertà, le guerre, le oppressioni di ogni genere. A ciascuno di noi la risposta chiara e responsabile per progettare insieme, nella gioia e nella speranza, un futuro veramente umano.
Per prepararci al meglio a questo evento straordinario, con fede preghiamo con le parole del Santo Padre:
Preghiera di papa Francesco per il Giubileo
Signore Gesù Cristo,
tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,
e ci hai detto che chi vede te vede Lui.
Mostraci il tuo volto e saremo salvi.
Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;
l'adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;
fece piangere Pietro dopo il tradimento,
e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.
Fa' che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana:
Se tu conoscessi il dono di Dio!
Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,
del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:
fa' che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di Te, suo Signore, risorto e nella gloria.
Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch'essi rivestiti di debolezza
per sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore:
fa' che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.
Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzione
perché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore
e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio
proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà
e ai ciechi restituire la vista.
Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordia
a te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Amen