Le Pillole
Acciaio di Natale, Acciaio 'bianco', sogno di un Acciaio verde a Taranto
Una dedica particolare al compianto ingegnere Gerardo Pappalardo
martedì 6 agosto 2024
9.54
La notte di Natale del 1968 Papa Paolo VI si recò a Taranto e celebrò la messa di mezzanotte nello stabilimento Italsider, fortemente voluto al Sud da Aldo Moro , con la benedizione dell' Arcivescovo Motolese , inaugurato dal Presidente Giuseppe Saragat nell'aprile del 1965. Era lavoro che arrivava al Sud, era il più grande impianto siderurgico Europeo , che , in pieno sviluppo occupava circa 43000 addetti tra diretti ed indotto. Taranto era divenuta una zona industriale fiorente viste le complementari presenze della Cementir, della raffineria ENI, di Belleli, dell'Arsenale Militare, delle importanti attività portuali. I due shock petroliferi degli anni '70 furono il preludio alla crisi strutturale della siderurgia europea che richiese un intervento diretto di regolamentazione della produzione e vendita dell'acciaio da parte della CECA , Comunità Economica del Carbone e dell'Acciaio .
Lo Stato non può più supportare economicamente la produzione e nel 1995 svende alla famiglia Riva, imprenditori d'assalto che commissariano Taranto, attenti solo al profitto calpestano regole sindacali, relazioni con l'indotto locale, annullano di fatto i costi di mitigazione dell'impatto ambientale. La base operaia soffre e tace e chi osa un inizio di protesta trova una sedia ed un tavolo vuoto nella "palazzina LAF " immortalata a perituro ricordo dal film del tarantino Davide Riondino . Il vaso di Pandora tarantino si dischiude per la protesta esterna alla fabbrica , per le tante morti ambientali soprattutto nel quartiere Tamburi cresciuto per fare posto anche alle abitazioni degli operai Ilva . La perizia epidemiologica richiesta dal GIP della Procura tarantina dottoressa Patrizia Todisco svela nel febbraio 2012 le ragioni di tante strane morti; la causa è addebitabile a polveri sottili, NOx, anidride solforosa, diossine, acidi policiclici, benzopirene, fumi rossi "slooping", sottoprodotti tossici e spesso cancerogeni della produzione siderurgica .Seguono arresti , blocco della produzione , battaglie legali , sequestri cautelativi di beni ma il tema centrale è : diritto al lavoro o diritto alla salute ?
La produzione evidentemente risente di questa pesante situazione , il conto salato per lo Stato del finanziamento pubblico sale sino a 25 miliardi di euro , a Taranto si vive il periodo del cosiddetto Acciaio Bianco , si costruisce la copertura del parco minerali , si ferma il nastro trasportatore delle materie prime , si abbassano e si innaffiano i cumuli , si fermano gli altoforni e le cokerie più inquinanti , si commissaria l'azienda .
La politica latita e quando interviene con il cosidetto " salva imprese " mostra incapacità ed insipienza aumentando il livello del guaio industriale e socio-economico . L'impianto oggi con commisari nuovi ha 10000 addetti ,di cui 2500 in cassa integrazione e produce un misero 1,5 milioni di tonnellate/anno di acciaio . Il ministro Urso sta riprovando a vendere a privati .Taranto si salva solo se affronta un nuovo approcio tecnologico di produzione , solo se ritorna a superare il punto di pareggio che con i costi attuali e con le condizioni globali di vendita dell' acciaio deve superare le 6 milioni di tonnellate/anno .Possiamo sperare in una produzione di ferro ed acciaio pulita , una impresa siderurgica " hard to abate " si può decarbonizzare ?
Il quarto rapporto GEM , Global Energy Monitor , conferma che la produzione di un acciaio più ecologico nel mondo sta crescendo ; in Svezia , negli Stati Uniti funzionano impianti siderurgici più rispettosi dell'ambiente ,considerato che tutta la produzione siderurgica mondiale è responsabile del 9% delle emissioni climalteranti globali.
La tecnologia è disponibile e poggia su tre pilastri : la produzione di preridotto con tecnologia DRI , direct reduced iron , un massivo ricircolo del rottame ferroso ed anche dell'acciaio dismesso , l'utilizzo di forni ad arco elettrico . In questo schema ci sono le variabili sul riducente da utilizzare per il preridotto ,gas metano o idrogeno , ed utilizzo delle necessarie grandi quantità di energia elettrica da fonti fossili o rinnovabili . L'incrocio dei vari scenari in possibili alternativi business plans porta a valori Capex ( costo di investimento ) ed Opex ( costi operativi ) differenti . La costante comune è la necessità di un intervento pubblico privato .
I due impianti negli Stati Uniti hanno avuto un finanziamento da parte del Dipartimento della Energia di 500 milioni di dollari per le opere di ricerca e sviluppo progettuale . La scelta è ancora una volta politica , per Taranto grazie al governo Draghi è stata costituita la società di scopo DRI d" Italia .Dopo la fattibilità il progetto è stato assegnato alla azienda di progettazione e costruzione in cui ho lavorato 30 anni , la TechnipEN di Roma che ha messo a confronto tecnico ed economico due tecnologie per la produzione di preridotto da materiale ferroso con gas riducente: Paul Wurth tedesca e la nostra Danieli . Tralasciando gli attuali strascici legali alla gara , dobbiamo capire che servono 2,5 miliardi di euro per un impianto di produzione di 2 milioni di tonnellate di preridotto /anno . Considerato una produzione annuale di 8 milioni di tonnellate di acciaio serve un forno all'arco elettrico enorme . Per salvare Taranto servono in totale non meno di 8 miliardi di euro come costo di investimento dei nuovi impianti .Serve anche un prezzo calmierato di acquisto della energia elettrica , che per fare il paio con l'impianto esistente dovrebbe essere pari a tre centesimi di euro a chilovattora .
La politica Italiana può affrontare questa prima fase del risanamento ambientale ( 50% delle emissioni attuali ) , a cui può seguire l'agognato Acciaio Verde sostituendo il gas con l'idrogeno verde e la energia elettrica da fonti fossili con energia rinnovabile .
Ancora una volta non esistendo preconcetti ideologici la scelta tocca ad un Governo che invece di pensare a spendere per il Ponte sullo Stretto ,in cui saremo obbligati a comprare parecchio dell' acciaio necessario all'estero , dovrebbe meritoriamente rendere disponibili finanziamenti per ridare salute e lavoro a Taranto .
Nunzio Valentino
La Direzione Editoriale di Canosaweb, i lettori della stessa, mi permetteranno di dedicare questo mio scritto all' ingegnere Gerardo Pappalardo, recentemente scomparso, vittima anche lui del male del secolo. Tanta energia e tanto lavoro profuso per assicurare competenza progettuale e costruttiva alla acciaieria
Lo Stato non può più supportare economicamente la produzione e nel 1995 svende alla famiglia Riva, imprenditori d'assalto che commissariano Taranto, attenti solo al profitto calpestano regole sindacali, relazioni con l'indotto locale, annullano di fatto i costi di mitigazione dell'impatto ambientale. La base operaia soffre e tace e chi osa un inizio di protesta trova una sedia ed un tavolo vuoto nella "palazzina LAF " immortalata a perituro ricordo dal film del tarantino Davide Riondino . Il vaso di Pandora tarantino si dischiude per la protesta esterna alla fabbrica , per le tante morti ambientali soprattutto nel quartiere Tamburi cresciuto per fare posto anche alle abitazioni degli operai Ilva . La perizia epidemiologica richiesta dal GIP della Procura tarantina dottoressa Patrizia Todisco svela nel febbraio 2012 le ragioni di tante strane morti; la causa è addebitabile a polveri sottili, NOx, anidride solforosa, diossine, acidi policiclici, benzopirene, fumi rossi "slooping", sottoprodotti tossici e spesso cancerogeni della produzione siderurgica .Seguono arresti , blocco della produzione , battaglie legali , sequestri cautelativi di beni ma il tema centrale è : diritto al lavoro o diritto alla salute ?
La produzione evidentemente risente di questa pesante situazione , il conto salato per lo Stato del finanziamento pubblico sale sino a 25 miliardi di euro , a Taranto si vive il periodo del cosiddetto Acciaio Bianco , si costruisce la copertura del parco minerali , si ferma il nastro trasportatore delle materie prime , si abbassano e si innaffiano i cumuli , si fermano gli altoforni e le cokerie più inquinanti , si commissaria l'azienda .
La politica latita e quando interviene con il cosidetto " salva imprese " mostra incapacità ed insipienza aumentando il livello del guaio industriale e socio-economico . L'impianto oggi con commisari nuovi ha 10000 addetti ,di cui 2500 in cassa integrazione e produce un misero 1,5 milioni di tonnellate/anno di acciaio . Il ministro Urso sta riprovando a vendere a privati .Taranto si salva solo se affronta un nuovo approcio tecnologico di produzione , solo se ritorna a superare il punto di pareggio che con i costi attuali e con le condizioni globali di vendita dell' acciaio deve superare le 6 milioni di tonnellate/anno .Possiamo sperare in una produzione di ferro ed acciaio pulita , una impresa siderurgica " hard to abate " si può decarbonizzare ?
Il quarto rapporto GEM , Global Energy Monitor , conferma che la produzione di un acciaio più ecologico nel mondo sta crescendo ; in Svezia , negli Stati Uniti funzionano impianti siderurgici più rispettosi dell'ambiente ,considerato che tutta la produzione siderurgica mondiale è responsabile del 9% delle emissioni climalteranti globali.
La tecnologia è disponibile e poggia su tre pilastri : la produzione di preridotto con tecnologia DRI , direct reduced iron , un massivo ricircolo del rottame ferroso ed anche dell'acciaio dismesso , l'utilizzo di forni ad arco elettrico . In questo schema ci sono le variabili sul riducente da utilizzare per il preridotto ,gas metano o idrogeno , ed utilizzo delle necessarie grandi quantità di energia elettrica da fonti fossili o rinnovabili . L'incrocio dei vari scenari in possibili alternativi business plans porta a valori Capex ( costo di investimento ) ed Opex ( costi operativi ) differenti . La costante comune è la necessità di un intervento pubblico privato .
I due impianti negli Stati Uniti hanno avuto un finanziamento da parte del Dipartimento della Energia di 500 milioni di dollari per le opere di ricerca e sviluppo progettuale . La scelta è ancora una volta politica , per Taranto grazie al governo Draghi è stata costituita la società di scopo DRI d" Italia .Dopo la fattibilità il progetto è stato assegnato alla azienda di progettazione e costruzione in cui ho lavorato 30 anni , la TechnipEN di Roma che ha messo a confronto tecnico ed economico due tecnologie per la produzione di preridotto da materiale ferroso con gas riducente: Paul Wurth tedesca e la nostra Danieli . Tralasciando gli attuali strascici legali alla gara , dobbiamo capire che servono 2,5 miliardi di euro per un impianto di produzione di 2 milioni di tonnellate di preridotto /anno . Considerato una produzione annuale di 8 milioni di tonnellate di acciaio serve un forno all'arco elettrico enorme . Per salvare Taranto servono in totale non meno di 8 miliardi di euro come costo di investimento dei nuovi impianti .Serve anche un prezzo calmierato di acquisto della energia elettrica , che per fare il paio con l'impianto esistente dovrebbe essere pari a tre centesimi di euro a chilovattora .
La politica Italiana può affrontare questa prima fase del risanamento ambientale ( 50% delle emissioni attuali ) , a cui può seguire l'agognato Acciaio Verde sostituendo il gas con l'idrogeno verde e la energia elettrica da fonti fossili con energia rinnovabile .
Ancora una volta non esistendo preconcetti ideologici la scelta tocca ad un Governo che invece di pensare a spendere per il Ponte sullo Stretto ,in cui saremo obbligati a comprare parecchio dell' acciaio necessario all'estero , dovrebbe meritoriamente rendere disponibili finanziamenti per ridare salute e lavoro a Taranto .
Nunzio Valentino
La Direzione Editoriale di Canosaweb, i lettori della stessa, mi permetteranno di dedicare questo mio scritto all' ingegnere Gerardo Pappalardo, recentemente scomparso, vittima anche lui del male del secolo. Tanta energia e tanto lavoro profuso per assicurare competenza progettuale e costruttiva alla acciaieria