Le Pillole
Gino Gabrieli, gli ulivi secolari, la sua Nardò
Lo stesso amore per la terra comune di Puglia
lunedì 26 agosto 2019
18.16
Gino Gabrieli un nome forse nuovo per i lettori delle mie "pillole" su Canosaweb-Viva, primo portale cittadino. Un ragazzo povero del Sud che lascia la Sua terra e va a Roma per cercare pane per lui e poi per la sua futura sposa, bambina conosciuta a 14 anni in Chiesa . Anche per quello che leggerete tante le similitudini con quel ragazzo partito da Canosa lasciando affetti e un albero simbolo "Il Gelso bianco ....." di casa sua. Nella stessa quiete estiva degli scorsi due anni che hanno visto la luce del mio primo libro, sto a San Pietro in Bevagna, studiando e tracciando la via di un secondo libro dal tema impegnativo : "L'Italia non è un Paese povero, storia della industria della raffinazione e della petrolchimica Italiana.". Ma torniamo al mio amico Gino, a San Pietro sono appesi tre grandi copie del progetto anni '30 delle stazioni di servizio carburanti AGIP , a Roma un disegno a carboncino con un ulivo secolare Salentino . Stesso autore, Gino Gabrieli. Gino era nato a Nardò nel 1910 e quando prematuramente mori a 49 anni, io di anni ne avevo otto. Mi sono avvicinato a lui ed alla sua opera ascoltando il racconto di suo figlio Vero, mio collega a Martina Franca prima ed a Roma poi. Vero aveva notato fortemente anche in situazioni ufficiali il mio fare riferimento alla mia Canosa, rivedendo in me lo stesso amore di suo padre Gino per la sua Nardò. A Gino mi lega non solo la terra comune di Puglia ma anche uno stesso "mestiere" : progettare impianti di raffinazione e petrolchimica . Era disegnatore progettista della CTIP, la gloriosa Compagnia Tecnica Italiana Petroli, la prima azienda italiana, con sede in Roma, di progettazione e costruzione, la mamma di tutte le aziende italiane con stesso scopo, inclusa la mia Technipetrol che mi assunse a fine 1974 .
Pensando al mio nuovo libro e guardando e riguardando quei suoi disegni ho avuto il bisogno di conoscere da vicino la sua Nardò, ricca di sue opere. La strada da San Pietro in Bevagna a Nardò, soprattutto dopo la deviazione di Punta Prosciutto è costeggiata da ulivi secolari. Ho con amarezza visto questo pezzo della nostra storia, della nostra cultura contadina bruciata o dalla cupidigia umana (incendi mirati) o dalla xylella (problema ancora irrisolto per indebita intromissione in fatti scientifici da parte della burocrazia politica, spesso ignorante ed attenta solo al grido di santoni con istruzione internet). Arrivati con Tina a Nardò, Vero e sua moglie Daniela (ospitalità perfetta), ci hanno fatto visitare una Nardò pulita, con tradizione culturale antica (università e moneta locale), fusione di due storici ceppi, gli Ebrei e i Salentini. Siamo andati a visitare in particolare la Chiesa di Sant'Antonio, dove Gino aveva lavorato quasi gratis per lo zio parroco. Le foto che corredano questo mio scritto parlano da sole : la morte del Santo, i ritratti dei martiri, lo Spirito Santo, il rifacimento pezzo per pezzo della volta a cassettoni di legno, l'arazzo raffigurante il miracolo del Santo che converte un pagano a mezzo di un asinello che abbandona la biada e guarda in ginocchio la Santa Eucarestia .
Anche le vie della "suburra ebraica" sino a piazza Salandra, cuore della città, parlano di questo Suo valoroso figlio : la fontana del Toro, alla cui opera collaborò giovanissimo, i "merletti" in pietra leccese, la dolcissima Madonna recentemente restaurata, il trionfo del barocco contadino. Abbiamo cenato a Santa Maria al Bbagno, guardando un mare splendido attorniato dalle colline sede delle ville dei ricchi, colline che degradano verso il mare fatto di scogli e calette ed acqua dai colori cristallini. Nelle vie, al ristorante, un dolce ascoltare la nostra lingua mescolarsi con tanto inglese. Una annotazione finale : Manuel ,che conosco da bambino, nipote del grande Gino, ingegnere elettronico amante della terra dei suoi nonni paterni, in Italia non è riuscito a trovare una stabile occupazione. E' emigrato a Londra, ha lavorato, ha meritato premi ; oggi è top manager di Facebook. Questa estate per problemi di lavoro non è potuto tornare a Santa Maria al Bagno, fatto amaro per genitori che aspettano un anno per rivedere il figlio : Vero e Daniela andranno loro a Londra, Brexit permettendo. Quest'ultima, una nota di gioia ma anche di amarezza pensando ai tanti validi giovani del Sud costretti ad emigrare per non elemosinare a casa un misero futuro .
Nunzio Valentino
Pensando al mio nuovo libro e guardando e riguardando quei suoi disegni ho avuto il bisogno di conoscere da vicino la sua Nardò, ricca di sue opere. La strada da San Pietro in Bevagna a Nardò, soprattutto dopo la deviazione di Punta Prosciutto è costeggiata da ulivi secolari. Ho con amarezza visto questo pezzo della nostra storia, della nostra cultura contadina bruciata o dalla cupidigia umana (incendi mirati) o dalla xylella (problema ancora irrisolto per indebita intromissione in fatti scientifici da parte della burocrazia politica, spesso ignorante ed attenta solo al grido di santoni con istruzione internet). Arrivati con Tina a Nardò, Vero e sua moglie Daniela (ospitalità perfetta), ci hanno fatto visitare una Nardò pulita, con tradizione culturale antica (università e moneta locale), fusione di due storici ceppi, gli Ebrei e i Salentini. Siamo andati a visitare in particolare la Chiesa di Sant'Antonio, dove Gino aveva lavorato quasi gratis per lo zio parroco. Le foto che corredano questo mio scritto parlano da sole : la morte del Santo, i ritratti dei martiri, lo Spirito Santo, il rifacimento pezzo per pezzo della volta a cassettoni di legno, l'arazzo raffigurante il miracolo del Santo che converte un pagano a mezzo di un asinello che abbandona la biada e guarda in ginocchio la Santa Eucarestia .
Anche le vie della "suburra ebraica" sino a piazza Salandra, cuore della città, parlano di questo Suo valoroso figlio : la fontana del Toro, alla cui opera collaborò giovanissimo, i "merletti" in pietra leccese, la dolcissima Madonna recentemente restaurata, il trionfo del barocco contadino. Abbiamo cenato a Santa Maria al Bbagno, guardando un mare splendido attorniato dalle colline sede delle ville dei ricchi, colline che degradano verso il mare fatto di scogli e calette ed acqua dai colori cristallini. Nelle vie, al ristorante, un dolce ascoltare la nostra lingua mescolarsi con tanto inglese. Una annotazione finale : Manuel ,che conosco da bambino, nipote del grande Gino, ingegnere elettronico amante della terra dei suoi nonni paterni, in Italia non è riuscito a trovare una stabile occupazione. E' emigrato a Londra, ha lavorato, ha meritato premi ; oggi è top manager di Facebook. Questa estate per problemi di lavoro non è potuto tornare a Santa Maria al Bagno, fatto amaro per genitori che aspettano un anno per rivedere il figlio : Vero e Daniela andranno loro a Londra, Brexit permettendo. Quest'ultima, una nota di gioia ma anche di amarezza pensando ai tanti validi giovani del Sud costretti ad emigrare per non elemosinare a casa un misero futuro .
Nunzio Valentino