Le Pillole
I 150 anni dell' Azione Cattolica Italiana
I 50 anni dalla morte di Don Lorenzo Milani
domenica 30 aprile 2017
23.50
#AC150 FUTURO PRESENTE, questo il titolo della celebrazione in Piazza San Pietro, quest'oggi a Roma, per i 150 anni della Azione Cattolica Italiana. Altro momento forte degli ultimi nostri giorni il ricordo riabilitativo a 50 anni dalla sua morte di don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana. L'alta regia di entrambi gli eventi è di Papa Francesco, infaticabile Apostolo di un dialogo che non rinuncia ai valori propri della identità Cristiana. Il Papa venuto da lontano non finisce mai di stupirmi, mi incanta la sua forza d'animo, che solo una convinta Fede può dare. Anche il viaggio ultimo del nuovo pellegrino in terra di Egitto è stato coronato da un bagno di folla, ma il profilo rimane lo stesso: franco colloquio con il Presidente Al Sisi, abbraccio fraterno con l'Imam di Al Azhara, la più alta Istituzione teologica Sunnita al mondo, e con Papa Tawadros II,Patriarca della Chiesa Copta. Anche le esortazioni sono le stesse : rispetto incondizionato dei valori inalienabili dell'uomo, NO alla violenza, definita come "negazione di ogni autentica religiosità".
L'incontro in Piazza San Pietro è la sua aperta voglia di dare nuovo vigore, nel prossimo anno delle commemorazioni, alla Azione Cattolica, nel ricordo di questa bella, lunga storia, fatta di gioie e dolori,di forza e defezioni. Sono stato fiamma bianca, verde, rossa, assistente, ripagato con una penna Bic nera dal compianto Vito Rosa, del Comitato Civico della Chiesa del Carmine ed il mio assistente spirituale era Don Peppino Pinnelli. Oggi per me è ancora momento di partecipazione. Ricordo il ritratto di Mario Fani, cofondatore insieme a Giovanni Acquaderni, nel 1867 della "Società della Gioventù Cattolica Italiana", il cui motto recitava cosi "Preghiera, Azione, Sacrificio". Sono stati questi i miei valori degli anni vissuti a Canosa, prima di una difficile discussione con Don Sabino Facciolongo a proposito di un suo ripetuto, spinto intervento sui bambini della mia classe di catechismo di quinta elementare a proposito della mia lettura del messaggio dei preti operai sudamericani, vissuto in Italia, con identica forza, da don Lorenzo Milani, con l'insegnamento nella scuola di Barbiana.
Mi affascinava allora la storia della Azione Cattolica e dei suoi contrastati momenti: dal "Non expedit " di Pio IX, alle devastazioni sacrileghe del Fascismo del 1931, dalla grande rinascita nel dopoguerra della FUCI del presidente Aldo Moro, alla presidenza della Azione Cattolica, dopo il divisivo pluriennale comando di Luigi Gedda, al professor Vittorio Bachelet voluta, dopo il Concilio Vaticano II , dal Papa del discorso alla luna, Giovanni XXIII. Il prezzo pagato dagli uomini della Azione Cattolica ha risentito non solo della violenza fascista ma anche della furia omicida delle Brigate Rosse che il 9 maggio 1978 uccidono Aldo Moro ed il 12 febbraio 1980 il professor Bachelet. A loro va il mio pensiero di riconoscente ricordo ed anche al loro assistente spirituale quel Montini, futuro Paolo VI. Mi affascinava allora la vita, le opere, gli scritti, il fare del prete, ritenuto rosso da una gerarchia, poco attenta allo spirito anticipatore dei tempi, di quel sacerdote scomodo, perché poco malleabile. Don Lorenzo è il rampollo di una famiglia ebraica della alta borghesia: bisnonno senatore del Regno, alto insegnamento culturale derivatogli da una famiglia liberale vicina a Joyce Freud, svevo ; vive a metà il periodo fascista e quello successivo del violento scontro, nella neonata Repubblica Italiana, tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista. Lui un ebreo, battezzato per sfuggire alle Leggi Razziali, fa "indigestione di Cristo", entra in seminario nel 1943 e nel 1947 è ordinato sacerdote. Il Suo primo libro Esperienze Pastorali e soprattutto i suoi atteggiamenti sgraditi alla gerarchia lo relegano a Barbiana, dove don Lorenzo non si fa vincere dallo sconforto, ma trova terreno, non coltivato ma fertile, per la Sua missione di prete impegnato a favore dei poveri, maestro dei ragazzi di quello sperduto paesino.
La triste notizia di questi ultimi giorni è la dedica del romanzo "Bruciare Tutto" di Walter Siti, Edizioni Rizzoli, alla "ombra ferita e forte di don Milani", in cui l'autore riprende, con ritagli scollegati di espressioni di questo prete forte, la idea di "finocchio eretico e demagogo " ,usata dallo stesso don Lorenzo in una lettera al suo amico Vescovo Bartoletti, per smentire e non per affermare. Una cinica operazione editoriale parallela alla pubblicazione, voluta dalla Fondazione Dossetti, della Opera Omnia di tutti gli scritti di don Lorenzo Milani, diretta da Alberto Melloni per conto di Meridiano Mondadori. Scrivere di una "pulsione di don Lorenzo verso i giovani", una sottile tendenza pedofila, pur tenuta a freno da lacci pedagogici, ha assicurato al signor Sili la vendita in soli dieci giorni di tredicimila copie del suo libro, la cui dedica vergognosa, a gran voce tanti hanno chiesto di rimuovere, anche a valle dell'acceso faccia a faccia tra il Siti e Michela Marzano, autrice di una pesante recensione del romanzo.
Anche questa volta, è stata forte la parola di Papa Francesco che senza citare l'autore del romanzo, a commento della Opera Omnia ha detto di don Milani : "mi piacerebbe ricordarlo come un credente, innamorato della Chiesa, anche se ferito, educatore appassionato con una visione della scuola, risposta alle esigenze del cuore e della intelligenza dei nostri ragazzi "
Il prete comunista, secondo la Curia fiorentina e vaticana degli anni '50, è nuova, ultima riabilitazione del Papa che ama chi sa sporcarsi le mani, dopo la beatificazione dell'Arcivescovo Romero, dopo la berretta cardinalizia a Monsignor Capovilla, dopo l'avvio del processo di beatificazione del vescovo Helder Camara, scrittore profondo di MERIDIANO M12, mia lettura attenta degli ultimi anni di liceo. Stesso periodo, avevo 18 anni, quando lessi, prima del mio 69 universitario, Lettera ad una Professoressa, primo mio atto ideale di vicinanza e stima attenta verso il prete scomodo, icona della contestazione giovanile a matrice cattolica. La professoressa Adele Corradi ha oggi 94 anni e del fattaccio Siti ha semplicemente detto : don Milani non ha bisogno di difese, anche da morto si difende da solo. Come darLe torto?
Nunzio Valentino
L'incontro in Piazza San Pietro è la sua aperta voglia di dare nuovo vigore, nel prossimo anno delle commemorazioni, alla Azione Cattolica, nel ricordo di questa bella, lunga storia, fatta di gioie e dolori,di forza e defezioni. Sono stato fiamma bianca, verde, rossa, assistente, ripagato con una penna Bic nera dal compianto Vito Rosa, del Comitato Civico della Chiesa del Carmine ed il mio assistente spirituale era Don Peppino Pinnelli. Oggi per me è ancora momento di partecipazione. Ricordo il ritratto di Mario Fani, cofondatore insieme a Giovanni Acquaderni, nel 1867 della "Società della Gioventù Cattolica Italiana", il cui motto recitava cosi "Preghiera, Azione, Sacrificio". Sono stati questi i miei valori degli anni vissuti a Canosa, prima di una difficile discussione con Don Sabino Facciolongo a proposito di un suo ripetuto, spinto intervento sui bambini della mia classe di catechismo di quinta elementare a proposito della mia lettura del messaggio dei preti operai sudamericani, vissuto in Italia, con identica forza, da don Lorenzo Milani, con l'insegnamento nella scuola di Barbiana.
Mi affascinava allora la storia della Azione Cattolica e dei suoi contrastati momenti: dal "Non expedit " di Pio IX, alle devastazioni sacrileghe del Fascismo del 1931, dalla grande rinascita nel dopoguerra della FUCI del presidente Aldo Moro, alla presidenza della Azione Cattolica, dopo il divisivo pluriennale comando di Luigi Gedda, al professor Vittorio Bachelet voluta, dopo il Concilio Vaticano II , dal Papa del discorso alla luna, Giovanni XXIII. Il prezzo pagato dagli uomini della Azione Cattolica ha risentito non solo della violenza fascista ma anche della furia omicida delle Brigate Rosse che il 9 maggio 1978 uccidono Aldo Moro ed il 12 febbraio 1980 il professor Bachelet. A loro va il mio pensiero di riconoscente ricordo ed anche al loro assistente spirituale quel Montini, futuro Paolo VI. Mi affascinava allora la vita, le opere, gli scritti, il fare del prete, ritenuto rosso da una gerarchia, poco attenta allo spirito anticipatore dei tempi, di quel sacerdote scomodo, perché poco malleabile. Don Lorenzo è il rampollo di una famiglia ebraica della alta borghesia: bisnonno senatore del Regno, alto insegnamento culturale derivatogli da una famiglia liberale vicina a Joyce Freud, svevo ; vive a metà il periodo fascista e quello successivo del violento scontro, nella neonata Repubblica Italiana, tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista. Lui un ebreo, battezzato per sfuggire alle Leggi Razziali, fa "indigestione di Cristo", entra in seminario nel 1943 e nel 1947 è ordinato sacerdote. Il Suo primo libro Esperienze Pastorali e soprattutto i suoi atteggiamenti sgraditi alla gerarchia lo relegano a Barbiana, dove don Lorenzo non si fa vincere dallo sconforto, ma trova terreno, non coltivato ma fertile, per la Sua missione di prete impegnato a favore dei poveri, maestro dei ragazzi di quello sperduto paesino.
La triste notizia di questi ultimi giorni è la dedica del romanzo "Bruciare Tutto" di Walter Siti, Edizioni Rizzoli, alla "ombra ferita e forte di don Milani", in cui l'autore riprende, con ritagli scollegati di espressioni di questo prete forte, la idea di "finocchio eretico e demagogo " ,usata dallo stesso don Lorenzo in una lettera al suo amico Vescovo Bartoletti, per smentire e non per affermare. Una cinica operazione editoriale parallela alla pubblicazione, voluta dalla Fondazione Dossetti, della Opera Omnia di tutti gli scritti di don Lorenzo Milani, diretta da Alberto Melloni per conto di Meridiano Mondadori. Scrivere di una "pulsione di don Lorenzo verso i giovani", una sottile tendenza pedofila, pur tenuta a freno da lacci pedagogici, ha assicurato al signor Sili la vendita in soli dieci giorni di tredicimila copie del suo libro, la cui dedica vergognosa, a gran voce tanti hanno chiesto di rimuovere, anche a valle dell'acceso faccia a faccia tra il Siti e Michela Marzano, autrice di una pesante recensione del romanzo.
Anche questa volta, è stata forte la parola di Papa Francesco che senza citare l'autore del romanzo, a commento della Opera Omnia ha detto di don Milani : "mi piacerebbe ricordarlo come un credente, innamorato della Chiesa, anche se ferito, educatore appassionato con una visione della scuola, risposta alle esigenze del cuore e della intelligenza dei nostri ragazzi "
Il prete comunista, secondo la Curia fiorentina e vaticana degli anni '50, è nuova, ultima riabilitazione del Papa che ama chi sa sporcarsi le mani, dopo la beatificazione dell'Arcivescovo Romero, dopo la berretta cardinalizia a Monsignor Capovilla, dopo l'avvio del processo di beatificazione del vescovo Helder Camara, scrittore profondo di MERIDIANO M12, mia lettura attenta degli ultimi anni di liceo. Stesso periodo, avevo 18 anni, quando lessi, prima del mio 69 universitario, Lettera ad una Professoressa, primo mio atto ideale di vicinanza e stima attenta verso il prete scomodo, icona della contestazione giovanile a matrice cattolica. La professoressa Adele Corradi ha oggi 94 anni e del fattaccio Siti ha semplicemente detto : don Milani non ha bisogno di difese, anche da morto si difende da solo. Come darLe torto?
Nunzio Valentino