Le Pillole
Migrazioni e Migranti.
La speranza di una vita migliore
giovedì 31 dicembre 2015
16.37
Le migrazioni, pagine ripetute del libro della Storia, hanno contribuito alla formazione, alla cultura dei Popoli d'Europa, America, Asia. Limitando la nostra analisi al Ventesimo Secolo, il Mondo ha assisito ai seguenti grandi eventi migratori :
- cinque milioni di rifugiati tra il 1919 ed il 1939,Russi, Armeni, Turchi, Assiri dopo la Rivoluzione Russa del 1917 ed il collasso del Regno Ottomano;
- più di undici milioni di Europei dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. La risposta a quei tristi anni da parte delle Nazioni Unite fu la creazione nel 1950 della Agenzia dei Rifugiati, a cui fece seguito nel 1951 la Convenzione di Ginevra per la Protezione dei Diritti degli Uomini;
- tre milioni , per due decadi ,dopo il 1975 , anno della vittoria in Vietnam dei Comunisti del Nord . Scappavano dal Vietnam, dal Laos,dalla Cambogia, destinazione, per circa la metà di loro , gli Stati Uniti d'America che quella guerra ,orrenda ancora oggi per tanti Americani, avevano combattuto e perso;
- migrazione del novanta per cento del popolo Kossovaro verso la Macedonia ed il Montenegro nel 1998 . L'intervento della Comunità Europea ridistribuì quel popolo che oggi vive prevalentemente in Germania.
La storia di guerre e fame di ieri si ripete oggi : un torrente in piena fatto di Siriani, Eritrei, Africani, chiede asilo e futuro ad una Europa impreparata. La speranza di una vita migliore rende accettabile a chi non ha più niente da perdere anche il rischio reale di una morte annunciabile. I Padri fondatori di una Europa, che aveva patito l'orrore della Seconda Guerra Mondiale, avevano sognato e voluto un Continente di pace, libero, senza ostacoli e barriere, fisiche ed ideologiche , dove Storia e Geografia fossero definitivamente conciliate. Un sogno ancora presente in tanti ma non ancora pienamente e propriamente realizzato! L' Europa di oggi alterna brutalità e carità di fronte alle decine di migliaia di migranti che stanno già a casa nostra ed ai quattro milioni circa di rifugiati provvisoriamente accampati nei campi profughi in Libano, Giordania, Turchia. Brutalità paragonabile alle sofferenze dei nostri nonni che, sulla loro pelle, con la loro vita avevano visto l'orrore della Grande Guerra. Carità di singoli, di Associazioni umanitarie, di Paesi come l'Italia, la Grecia, la Germania, l'Austria, la Svezia che hanno saputo assistere senza distinguo, che hanno saputo dare senza chiedere. L'Europa dei burocrati per molto tempo è stata,di fronte a questa tragedia, volutamente cieca e sorda,incapace di mettere in campo anche una modesta azione concertata. Oggi lo sdegno del Mondo, la potenza della comunicazione globale, ha innescato primi passi di soluzione del problema immediato; la difficile situazione del lungo termine sta ancora aspettando, anche se è chiaro a tutti che la piena, l'onda lunga prima o poi arriverà.
E' indubbio che una massiccia immigrazione crea problemi in paesi spesso impreparati anche culturalmente alla accoglienza. E' altrettanto indubbio che in questi paesi c'è chi soffia per accendere il fuoco di un populismo localistico, capace solo di ergere muri ideali e reali. L'Europa è divenuta terreno fertile di partiti nazionalistici che della lotta ai migranti hanno fatto una bandiera, un programma politico, fatto di brutale violenza, verbale e materiale, come quella della Lega di casa nostra. L'Europa è divenuta luogo del futile esercizio dello scaricabarile di responsabilità tra Paesi che stanno dimenticando anche il rispetto minimo dei Valori di appartenenza alla Unione. Governanti di popoli, incapaci di una leadership reale,attenti solo a seguire "bovinamente" l'umore del popolino rumoroso, con il solo pensiero fisso di una rielezione, spesso problematica per chi in nome dei Valori sceglie una strada giusta anche se impopolare.
Le Nazioni Unite stimano che i migranti nel Mondo oggi siano circa sessanta milioni, tutti alla disperata ricerca di una speranza alternativa alla guerra, alla fame, alle malattie e per questa povera gente morire nel proprio paese o morire fuggendo non fa differenza. Non possiamo fermarli e nemmeno le lacrime di chi ha pianto vedendo la foto del corpicino di Alan Kurdi, restituito dal mare alla terraferma, possono bastare a riempire il vuoto di Istituzioni Internazionali che latitano. Serve un cambio di approccio culturale a cui far seguire azioni reali: il migrante, fratello in difficoltà, problema nostro di oggi, è certamente una opportunità per il nostro domani. Il mondo "ricco" sta invecchiando senza aver saputo creare un giusto ricambio generazionale, abbiamo preferito lo svago alla difficoltà di avere più figli . I migranti sono una risorsa, sono il sorriso di giovani ragazzi, che si integrano facilmente nel nostro tessuto sociale, portando nuovo colore, nuova cultura, nuove energie. Se questa è la strada, che senso ha la discussione dialettica,profondamente, professoralmente motivata tra "migranti economici " e "rifugiati" ?
Abbiamo salutato con la speranza del primo passo concreto le dichiarazioni congiunte della signora Merkel e del Presidente Hollande sulla necessità del superamento del Trattato di Dublino. Abbiamo gioito all'annuncio di prime azioni concrete, la triplicata presenza navale nel Mediterraneo, l'accordo minimale di redistribuzione dei migranti tra i paesi UE, i primi tentativi di soluzione politica dei problemi con aiuti dati in loco agli Stati da cui i migranti fuggono. Ora bisogna evitare la confusione che crea ansia, paura, regolare non vietare l'accesso alle frontiere, abbandonare la antistorica e violenta costruzione di nuovi muri . Il Giubileo della Misericordia è il giusto collante di questo nuovo modo di accoglienza. Non serve solo commuoversi per i tanti bambini che continuano a morire nel Mare Nostrum,nelle acque dell'Egeo, nuova rotta di transito partendo dalla Turchia. Quanti altri morti,grandi e piccini, dobbiamo contare prima di gridare "benvenuti in Europa,fratelli nostri "?
Auguro buon Anno ai lettori di Canosaweb ed in particolare a quelli che "assaggiano le mie Pillole "
Nunzio Valentino
- cinque milioni di rifugiati tra il 1919 ed il 1939,Russi, Armeni, Turchi, Assiri dopo la Rivoluzione Russa del 1917 ed il collasso del Regno Ottomano;
- più di undici milioni di Europei dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. La risposta a quei tristi anni da parte delle Nazioni Unite fu la creazione nel 1950 della Agenzia dei Rifugiati, a cui fece seguito nel 1951 la Convenzione di Ginevra per la Protezione dei Diritti degli Uomini;
- tre milioni , per due decadi ,dopo il 1975 , anno della vittoria in Vietnam dei Comunisti del Nord . Scappavano dal Vietnam, dal Laos,dalla Cambogia, destinazione, per circa la metà di loro , gli Stati Uniti d'America che quella guerra ,orrenda ancora oggi per tanti Americani, avevano combattuto e perso;
- migrazione del novanta per cento del popolo Kossovaro verso la Macedonia ed il Montenegro nel 1998 . L'intervento della Comunità Europea ridistribuì quel popolo che oggi vive prevalentemente in Germania.
La storia di guerre e fame di ieri si ripete oggi : un torrente in piena fatto di Siriani, Eritrei, Africani, chiede asilo e futuro ad una Europa impreparata. La speranza di una vita migliore rende accettabile a chi non ha più niente da perdere anche il rischio reale di una morte annunciabile. I Padri fondatori di una Europa, che aveva patito l'orrore della Seconda Guerra Mondiale, avevano sognato e voluto un Continente di pace, libero, senza ostacoli e barriere, fisiche ed ideologiche , dove Storia e Geografia fossero definitivamente conciliate. Un sogno ancora presente in tanti ma non ancora pienamente e propriamente realizzato! L' Europa di oggi alterna brutalità e carità di fronte alle decine di migliaia di migranti che stanno già a casa nostra ed ai quattro milioni circa di rifugiati provvisoriamente accampati nei campi profughi in Libano, Giordania, Turchia. Brutalità paragonabile alle sofferenze dei nostri nonni che, sulla loro pelle, con la loro vita avevano visto l'orrore della Grande Guerra. Carità di singoli, di Associazioni umanitarie, di Paesi come l'Italia, la Grecia, la Germania, l'Austria, la Svezia che hanno saputo assistere senza distinguo, che hanno saputo dare senza chiedere. L'Europa dei burocrati per molto tempo è stata,di fronte a questa tragedia, volutamente cieca e sorda,incapace di mettere in campo anche una modesta azione concertata. Oggi lo sdegno del Mondo, la potenza della comunicazione globale, ha innescato primi passi di soluzione del problema immediato; la difficile situazione del lungo termine sta ancora aspettando, anche se è chiaro a tutti che la piena, l'onda lunga prima o poi arriverà.
E' indubbio che una massiccia immigrazione crea problemi in paesi spesso impreparati anche culturalmente alla accoglienza. E' altrettanto indubbio che in questi paesi c'è chi soffia per accendere il fuoco di un populismo localistico, capace solo di ergere muri ideali e reali. L'Europa è divenuta terreno fertile di partiti nazionalistici che della lotta ai migranti hanno fatto una bandiera, un programma politico, fatto di brutale violenza, verbale e materiale, come quella della Lega di casa nostra. L'Europa è divenuta luogo del futile esercizio dello scaricabarile di responsabilità tra Paesi che stanno dimenticando anche il rispetto minimo dei Valori di appartenenza alla Unione. Governanti di popoli, incapaci di una leadership reale,attenti solo a seguire "bovinamente" l'umore del popolino rumoroso, con il solo pensiero fisso di una rielezione, spesso problematica per chi in nome dei Valori sceglie una strada giusta anche se impopolare.
Le Nazioni Unite stimano che i migranti nel Mondo oggi siano circa sessanta milioni, tutti alla disperata ricerca di una speranza alternativa alla guerra, alla fame, alle malattie e per questa povera gente morire nel proprio paese o morire fuggendo non fa differenza. Non possiamo fermarli e nemmeno le lacrime di chi ha pianto vedendo la foto del corpicino di Alan Kurdi, restituito dal mare alla terraferma, possono bastare a riempire il vuoto di Istituzioni Internazionali che latitano. Serve un cambio di approccio culturale a cui far seguire azioni reali: il migrante, fratello in difficoltà, problema nostro di oggi, è certamente una opportunità per il nostro domani. Il mondo "ricco" sta invecchiando senza aver saputo creare un giusto ricambio generazionale, abbiamo preferito lo svago alla difficoltà di avere più figli . I migranti sono una risorsa, sono il sorriso di giovani ragazzi, che si integrano facilmente nel nostro tessuto sociale, portando nuovo colore, nuova cultura, nuove energie. Se questa è la strada, che senso ha la discussione dialettica,profondamente, professoralmente motivata tra "migranti economici " e "rifugiati" ?
Abbiamo salutato con la speranza del primo passo concreto le dichiarazioni congiunte della signora Merkel e del Presidente Hollande sulla necessità del superamento del Trattato di Dublino. Abbiamo gioito all'annuncio di prime azioni concrete, la triplicata presenza navale nel Mediterraneo, l'accordo minimale di redistribuzione dei migranti tra i paesi UE, i primi tentativi di soluzione politica dei problemi con aiuti dati in loco agli Stati da cui i migranti fuggono. Ora bisogna evitare la confusione che crea ansia, paura, regolare non vietare l'accesso alle frontiere, abbandonare la antistorica e violenta costruzione di nuovi muri . Il Giubileo della Misericordia è il giusto collante di questo nuovo modo di accoglienza. Non serve solo commuoversi per i tanti bambini che continuano a morire nel Mare Nostrum,nelle acque dell'Egeo, nuova rotta di transito partendo dalla Turchia. Quanti altri morti,grandi e piccini, dobbiamo contare prima di gridare "benvenuti in Europa,fratelli nostri "?
Auguro buon Anno ai lettori di Canosaweb ed in particolare a quelli che "assaggiano le mie Pillole "
Nunzio Valentino