Le Pillole
Politica industriale per una nuova Europa
Le imprese europee sono enormemente deboli nel mercato globale
domenica 28 aprile 2024
21.48
Il futuro dell' Europa è intimamente legato a due temi : decarbonizzazione e deindustrializzazione . L' Industria ha, in uno scenario di sviluppo ,il ruolo centrale di motore produttivo di beni e servizi e connessa creazione di nuovi posti di lavoro . Per creare basi corrette di sviluppo servono regole ,certe nel tempo , che rendano quasi nullo il rischio politico connesso ad un nuovo investimento. All'Europa serve una nuova politica industriale capace di coniugare senza contrasti le tre leve della Sostenibilità : ambiente , aspettative sociali , costo economico. La Europa nuova che sogniamo deve abbandonare i veti , deve poter prendere decisioni a maggioranza qualificata, deve poter legiferare attuando un convinto percorso di decarbonizzazione con un altrettanto convinto rigetto di una deindustrializzazione forzata solo da convincimenti ideologici preconcetti . Una indagine sullo stato della Industria Europea ha mostrato che l'84% dei leaders industriali intervistati pensa che le imprese europee sono enormemente deboli nel mercato globale .
Bisognava reagire e le imprese Europee hanno sottoscritto il 20 febbraio 2024 la "Antwerp Declaration for a European Industrial Deal" , presenti il primo ministro Belga Alexander de Croo e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La Industria Europea chiede, anche in vista della prossima tornata elettorale , alla Politica chiarezza , prevedibilità , fiducia offrendo in cambio uno sforzo di idee e finanziario per rendere le imprese UE competitive ,resilienti , attente alla sostenibilità sociale ed ambientale . Per attuare questa sfida la Dichiarazione ha individuato 10 punti programmatici :
- porre il patto industriale al centro della nuova Agenda Strategica Europea 2024 -2029
- includere finanziamenti pubblici per le imprese ed attivare un particolare fondo per lo sviluppo di tecnologie pulite
- rendere l' Europa un fornitore competitivo di energia a livello globale (mix di rinnovabili , nucleare di piccola taglia aspettando la fusione , combustibili bio a bassa emissione di CO2 , reti di gas naturale integrate da biometano , idrogeno con fonti a km zero , integrazione del mercato e delle reti elettriche europee )
- implementare le infrastrutture
- aumentare il grado di sicurezza UE nella produzione e nell' acquisto extra UE delle materie prime
- rendere fattibile la domanda di prodotti circolari , a zero emissioni o a basse emissione di CO2 ( ad esempio recupero e riutilizzo di microplastiche tanto dannose per la salute )
- sfruttare , applicare , rilanciare e migliorare il Mercato Unico Europeo
- rendere il quadro della innovazione più intelligente (intelligenza artificiale come sbocco positivo del digitale )
- attuare un nuovo spirito legislativo ( evitare leggi farraginose e blocchi assurdi alla innovazione tecnologica )
- garantire che la nuova struttura UE permetta di concretizzare il Deal .
Un programma concreto , non ideologico , che richiede scelte chiare e rispetto dei tempi . Questo sogno Europeo è anche sogno delle imprese Italiane considerato che più del 50% del nostro export va verso una clientela UE , senza dimenticare che le regole UE , accettate nel nostro ordinamento coprono più del 70% della normativa di riferimento. Le imprese europee hanno fatto un grande sforzo federativo, possiamo sognare un equivalente sforzo dei Paesi UE ? Possiamo sognare un Rinascimento Europeo più generale, comune a tutti i Paesi Europei? Nel dubbio valgono ancora oggi gli insegnamenti di Luigi Einaudi che considerando non debellabile "l'idolo immondo dello Stato Sovrano" auspicava una Europa di Stati federati ma indipendenti , con un esercito unico ,un confine doganale unico , una cittadinanza unica , un libero commercio. Con una pericolosa guerra molto prossima ai nostri confini sarebbe opportuno avere una nuova guida politica UE più visionaria, meno legata alle risoluzioni contingenti, meno sovranista , più attenta alla sussidiarietà e sostenibilità , i 17 goal di Agenda 2030.
Nunzio Valentino
Bisognava reagire e le imprese Europee hanno sottoscritto il 20 febbraio 2024 la "Antwerp Declaration for a European Industrial Deal" , presenti il primo ministro Belga Alexander de Croo e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La Industria Europea chiede, anche in vista della prossima tornata elettorale , alla Politica chiarezza , prevedibilità , fiducia offrendo in cambio uno sforzo di idee e finanziario per rendere le imprese UE competitive ,resilienti , attente alla sostenibilità sociale ed ambientale . Per attuare questa sfida la Dichiarazione ha individuato 10 punti programmatici :
- porre il patto industriale al centro della nuova Agenda Strategica Europea 2024 -2029
- includere finanziamenti pubblici per le imprese ed attivare un particolare fondo per lo sviluppo di tecnologie pulite
- rendere l' Europa un fornitore competitivo di energia a livello globale (mix di rinnovabili , nucleare di piccola taglia aspettando la fusione , combustibili bio a bassa emissione di CO2 , reti di gas naturale integrate da biometano , idrogeno con fonti a km zero , integrazione del mercato e delle reti elettriche europee )
- implementare le infrastrutture
- aumentare il grado di sicurezza UE nella produzione e nell' acquisto extra UE delle materie prime
- rendere fattibile la domanda di prodotti circolari , a zero emissioni o a basse emissione di CO2 ( ad esempio recupero e riutilizzo di microplastiche tanto dannose per la salute )
- sfruttare , applicare , rilanciare e migliorare il Mercato Unico Europeo
- rendere il quadro della innovazione più intelligente (intelligenza artificiale come sbocco positivo del digitale )
- attuare un nuovo spirito legislativo ( evitare leggi farraginose e blocchi assurdi alla innovazione tecnologica )
- garantire che la nuova struttura UE permetta di concretizzare il Deal .
Un programma concreto , non ideologico , che richiede scelte chiare e rispetto dei tempi . Questo sogno Europeo è anche sogno delle imprese Italiane considerato che più del 50% del nostro export va verso una clientela UE , senza dimenticare che le regole UE , accettate nel nostro ordinamento coprono più del 70% della normativa di riferimento. Le imprese europee hanno fatto un grande sforzo federativo, possiamo sognare un equivalente sforzo dei Paesi UE ? Possiamo sognare un Rinascimento Europeo più generale, comune a tutti i Paesi Europei? Nel dubbio valgono ancora oggi gli insegnamenti di Luigi Einaudi che considerando non debellabile "l'idolo immondo dello Stato Sovrano" auspicava una Europa di Stati federati ma indipendenti , con un esercito unico ,un confine doganale unico , una cittadinanza unica , un libero commercio. Con una pericolosa guerra molto prossima ai nostri confini sarebbe opportuno avere una nuova guida politica UE più visionaria, meno legata alle risoluzioni contingenti, meno sovranista , più attenta alla sussidiarietà e sostenibilità , i 17 goal di Agenda 2030.
Nunzio Valentino