Le Pillole
Polverone mediatico sui prezzi dei carburanti
Un primo problema serio sul cammino del governo Meloni
domenica 15 gennaio 2023
20.05
Polverone mediatico sul prezzo alla pompa di benzina, gasolio, gpl , tanta gente che scrive e parla di materia ostica da masticare, un primo problema serio sul cammino del governo Meloni. Per capire bisogna tornare indietro nel tempo al 22 marzo 2022 : il governo Draghi taglia le accise ed IVA su benzina e gasolio di 30,5 centesimi di euro a litro stanziando circa 5 miliardi di euro a valere a tutto novembre 2022 (il grezzo BRENT aveva il valore mensile medio di 117 dollari al barile).
Il 10 novembre 2022, il governo Meloni proroga il taglio Draghi a tutto il 31 dicembre 2022 stanziando ulteriori 1,3 miliardi di euro, riproponendo dall' 1 gennaio 2022 le accise e IVA ante 22 marzo 2022 ( il grezzo Brent a gennaio 2023 ha avuto un valore medio di 78 dollari al barile)
Il governo a fronte della rivolta, del bastone(definizione del Presidente Meloni) tra le ruote del carro statale di marcia, arma comune a partiti amici ,a partiti di opposizione, al popolo consumatore ha emesso il "Decreto Trasparenza" coinvolgendo la Guardia di Finanza sul controllo prezzi alla pompa, ricordando una legge del 2012, che imponeva la esposizione di un cartello prezzi, mai applicata sino ad oggi, allargando il tenore delle sanzioni per i gestori dei punti di servizio, che hanno subito dichiarato lo stato di agitazione poi congelato dopo un incontro delle organizzazioni sindacali di categoria a Palazzo Chigi .
Sembra una barzelletta i cartelli diventano tre : servito, self, medio nazionale.
Prendendo a riferimento un giornale di settore, la Staffetta Quotidiana, e consultandone i dati scopriamo che sul prezzo esistono differenze da città a città considerando operatori di rete ed extra rete ed anche a parità di marchio a pochi chilometri di distanza tra città ed autostrada. La trasparenza serve ma i prezzi alla pompa da dicembre a gennaio sono aumentati non solo per il mancato rinnovo della riduzione delle accise. Il governo ha fatto una scelta politica destinando ad altro i 10 miliardi che sarebbero serviti per la conferma del taglio Draghi sulle accise. Decisione che contraddice vecchie dichiarazioni della Meloni stessa ,leader della opposizione ,accettabile perchè la politica deve saper scegliere in un paniere Italiano di ricavi scarso . Ma qualcosaltro si può fare.
Chi ha fatto notare che la materia prima da cui in una raffineria si ricavano benzina e gasolio, il grezzo, è sceso da 117 a 78 dollari al barile malgrado il blocco regolato delle forniture rinvenienti dalla Russia , conseguenza della guerra in Albania?
Il mercato dei carburanti è senza meno un mercato libero e trasparente, il consumatore legge i due cartelli, forse il terzo lo pone in confusione, ma, almeno sino a ieri ,non era mercato controllato se non per grosse frodi fiscali come il cambio fraudolento tra gasolio per autotrazione e quello agricolo, denaturato ed agevolato fiscalmente .
Questo mercato ha problemi atavici mai affrontati sino in fondo : i punti vendita in Italia sono 22000 e ne basterebbero razionalizzando la rete 12000 , la logistica che alimenta i punti vendita è in una situazione di oligopolio accertato che penalizza gli operatori indipendenti ,la cosidetta extrarete . La logistica oligopolica di fatto si è ridotta ad un vigoroso duopolio tra ENI ed IP che ha acquistato i punti vendita e la logistica della Esso Italiana .
Intervenire su questi punti dovrebbe essere il futuro sforzo del governo considerando che almeno da 10 anni nello specifico è stato fatto molto poco .
Intervenendo da esperto posso assicurarvi che i prezzi scenderebbero anche senza abbassare i miseri margini dei gestori che alla meglio guadagnano 5 centesimi di euro a litro di carburante venduto al consumatore .
Nunzio Valentino
Il 10 novembre 2022, il governo Meloni proroga il taglio Draghi a tutto il 31 dicembre 2022 stanziando ulteriori 1,3 miliardi di euro, riproponendo dall' 1 gennaio 2022 le accise e IVA ante 22 marzo 2022 ( il grezzo Brent a gennaio 2023 ha avuto un valore medio di 78 dollari al barile)
Il governo a fronte della rivolta, del bastone(definizione del Presidente Meloni) tra le ruote del carro statale di marcia, arma comune a partiti amici ,a partiti di opposizione, al popolo consumatore ha emesso il "Decreto Trasparenza" coinvolgendo la Guardia di Finanza sul controllo prezzi alla pompa, ricordando una legge del 2012, che imponeva la esposizione di un cartello prezzi, mai applicata sino ad oggi, allargando il tenore delle sanzioni per i gestori dei punti di servizio, che hanno subito dichiarato lo stato di agitazione poi congelato dopo un incontro delle organizzazioni sindacali di categoria a Palazzo Chigi .
Sembra una barzelletta i cartelli diventano tre : servito, self, medio nazionale.
Prendendo a riferimento un giornale di settore, la Staffetta Quotidiana, e consultandone i dati scopriamo che sul prezzo esistono differenze da città a città considerando operatori di rete ed extra rete ed anche a parità di marchio a pochi chilometri di distanza tra città ed autostrada. La trasparenza serve ma i prezzi alla pompa da dicembre a gennaio sono aumentati non solo per il mancato rinnovo della riduzione delle accise. Il governo ha fatto una scelta politica destinando ad altro i 10 miliardi che sarebbero serviti per la conferma del taglio Draghi sulle accise. Decisione che contraddice vecchie dichiarazioni della Meloni stessa ,leader della opposizione ,accettabile perchè la politica deve saper scegliere in un paniere Italiano di ricavi scarso . Ma qualcosaltro si può fare.
Chi ha fatto notare che la materia prima da cui in una raffineria si ricavano benzina e gasolio, il grezzo, è sceso da 117 a 78 dollari al barile malgrado il blocco regolato delle forniture rinvenienti dalla Russia , conseguenza della guerra in Albania?
Il mercato dei carburanti è senza meno un mercato libero e trasparente, il consumatore legge i due cartelli, forse il terzo lo pone in confusione, ma, almeno sino a ieri ,non era mercato controllato se non per grosse frodi fiscali come il cambio fraudolento tra gasolio per autotrazione e quello agricolo, denaturato ed agevolato fiscalmente .
Questo mercato ha problemi atavici mai affrontati sino in fondo : i punti vendita in Italia sono 22000 e ne basterebbero razionalizzando la rete 12000 , la logistica che alimenta i punti vendita è in una situazione di oligopolio accertato che penalizza gli operatori indipendenti ,la cosidetta extrarete . La logistica oligopolica di fatto si è ridotta ad un vigoroso duopolio tra ENI ed IP che ha acquistato i punti vendita e la logistica della Esso Italiana .
Intervenire su questi punti dovrebbe essere il futuro sforzo del governo considerando che almeno da 10 anni nello specifico è stato fatto molto poco .
Intervenendo da esperto posso assicurarvi che i prezzi scenderebbero anche senza abbassare i miseri margini dei gestori che alla meglio guadagnano 5 centesimi di euro a litro di carburante venduto al consumatore .
Nunzio Valentino