Le Pillole
"Rome MED Dialogues": Lacrime e Speranza per il Mare Nostrum
A Roma, esponenti di governo, esperti di geopolitica e di geoeconomia, di migrazioni e di cambiamento climatico a confronto
lunedì 2 dicembre 2024
8.18
Promossa dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e da ISPI , Istituto per gli Studi di Politica Internazionale dal 25 al 27 novembre 2024 si sono tenuti tre giorni di incontri e di studio sul Mare Nostrum, i Rome MED Dialogues, con la importante presenza di esponenti di governo di cinquanta nazioni, esperti di geopolitica e di geoeconomia, di migrazioni e di cambiamento climatico . La conferenza non poteva trascurare l'esame di un momento di crisi globale , particolarmente cruenta nel territorio geopolitico sotteso. La Venezia dei Dogi riteneva a ragione il Mediterraneo come un grande golfo legato alla laguna, chiuso com'era dallo stretto di Gibilterra; il Canale di Suez, progettato da Luigi Negrelli, costruito dal 1859 al 1869 dalla Compagnie universelle du canal maritime de Suez diretta da Ferdinand de Lesseps, ha dato sbocco e nuove opportunità al Mediterraneo legando attraverso le sue acque e quelle del golfo di Aden tre continenti : Europa , Africa , Asia .
Oggi a ragione parliamo di Mediterraneo Globale, uno spazio marittimo breve che però per cultura, per importanza strategica, per la sua storia recente fatta di tante morti, grandi e piccini affogati, di tante lacrime per inseguire una speranza, suggerisce l'idea di infinito usando la definizione degli anni subito dopo la seconda Guerra Mondiale di Jean Grenier, scrittore e filosofo francese. La crisi globale interessa in particolare il Medio Oriente dove i conflitti si allargano a cerchi concentrici , prima la violenza di Hamas , poi la reazione spropositata di Israele, poi Hezbollah ed il Libano, ora la Siria con la avanzata del gruppo jihadista Al-Shabaab che conquista Aleppo, senza dimenticare la guerra infinita in Yemen, la pirateria degli Houti, la guerra tra Russia e Ucraina che sembrerebbe delocalizzata con droni nella terra siriana, sotto il vigile controllo del turco Erdogan, Presidente dalle molteplici ,diverse alleanze di supporto .
Il Mediterraneo non deve solo farci piangere, dobbiamo recuperare la speranza , dobbiamo in coesione con le altre nazioni creare condizioni di sviluppo, aiutare, sviluppare questo importante crocervia geopolitico e geoeconomico. Attraverso il Mediterraneo transita il 30% delle merci globali , le sue acque sono solcate da 220000 navi / anno che trasportano anche petrolio e gas naturale liquefatto, nelle sue profondità giacciono le infrastrutture del gas rinveniente dalla Libia e dalla Algeria , cavi di interconnessione elettrica e di comunicazione. Dobbiamo risolvere il problema dei migranti, accettano anche il rischio della perdita della vita per cercare in Europa una speranza di vita ; sono vittime delle guerre , delle repressioni politiche , delle violenze nei campi profughi , nelle prigioni a cielo aperto libiche e tunisine , è gente senza lavoro ,affamata ed assetata per le violenze naturali connesse al cambiamento climatico di cui non hanno alcuna responsabilità pur costretti a subirne le nefaste conseguenze.
Dobbiamo aver cura anche noi del Mare Nostrum , si sta riscaldando troppo con punte di incremento della temperatura media marina anche del 20%. Il surriscaldamento crea innalzamento del livello medio marino , inquinamento delle falde di acqua dolce , ingente evaporazione a cui fanno seguito bombe di pioggia ed anche alluvioni con valanghe di acqua che distruggono tutto quanto contrasta il complicato deflusso verso il mare .
Vale la pena ricordare, come ha fatto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel suo intervento di chiusura della Conferenza, Fernand Braudel , storico francese che riteneva il suo mestiere "rifugio e specola" del suo tempo e cosi chiosava "il Mediterraneo è quale lo fanno gli uomini " . Il Mediterraneo ha cioè bisogno ,anche esso , di leaders di buona volontà che sanno pensare a nuove infrastrutture , come l' IMEC , il corridoio infrastrutturale ed economico che mira a collegare l'Europa con il Medio Oriente e l'India , come il Piano Mattei ,che non può finanziare solo la povera Italia , come l'Elmed , la interconnessione elettrica tra Tunisia ed Italia , come il South Hydrogen Corridor , il gasdotto di trasporto idrogeno verde dal Marocco all'Europa che vede l'Italia importante hub di transito. Leaders che non alzino muri , che regolino il flusso migrante , leaders costruttori di pace .
Nunzio Valentino
Oggi a ragione parliamo di Mediterraneo Globale, uno spazio marittimo breve che però per cultura, per importanza strategica, per la sua storia recente fatta di tante morti, grandi e piccini affogati, di tante lacrime per inseguire una speranza, suggerisce l'idea di infinito usando la definizione degli anni subito dopo la seconda Guerra Mondiale di Jean Grenier, scrittore e filosofo francese. La crisi globale interessa in particolare il Medio Oriente dove i conflitti si allargano a cerchi concentrici , prima la violenza di Hamas , poi la reazione spropositata di Israele, poi Hezbollah ed il Libano, ora la Siria con la avanzata del gruppo jihadista Al-Shabaab che conquista Aleppo, senza dimenticare la guerra infinita in Yemen, la pirateria degli Houti, la guerra tra Russia e Ucraina che sembrerebbe delocalizzata con droni nella terra siriana, sotto il vigile controllo del turco Erdogan, Presidente dalle molteplici ,diverse alleanze di supporto .
Il Mediterraneo non deve solo farci piangere, dobbiamo recuperare la speranza , dobbiamo in coesione con le altre nazioni creare condizioni di sviluppo, aiutare, sviluppare questo importante crocervia geopolitico e geoeconomico. Attraverso il Mediterraneo transita il 30% delle merci globali , le sue acque sono solcate da 220000 navi / anno che trasportano anche petrolio e gas naturale liquefatto, nelle sue profondità giacciono le infrastrutture del gas rinveniente dalla Libia e dalla Algeria , cavi di interconnessione elettrica e di comunicazione. Dobbiamo risolvere il problema dei migranti, accettano anche il rischio della perdita della vita per cercare in Europa una speranza di vita ; sono vittime delle guerre , delle repressioni politiche , delle violenze nei campi profughi , nelle prigioni a cielo aperto libiche e tunisine , è gente senza lavoro ,affamata ed assetata per le violenze naturali connesse al cambiamento climatico di cui non hanno alcuna responsabilità pur costretti a subirne le nefaste conseguenze.
Dobbiamo aver cura anche noi del Mare Nostrum , si sta riscaldando troppo con punte di incremento della temperatura media marina anche del 20%. Il surriscaldamento crea innalzamento del livello medio marino , inquinamento delle falde di acqua dolce , ingente evaporazione a cui fanno seguito bombe di pioggia ed anche alluvioni con valanghe di acqua che distruggono tutto quanto contrasta il complicato deflusso verso il mare .
Vale la pena ricordare, come ha fatto il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel suo intervento di chiusura della Conferenza, Fernand Braudel , storico francese che riteneva il suo mestiere "rifugio e specola" del suo tempo e cosi chiosava "il Mediterraneo è quale lo fanno gli uomini " . Il Mediterraneo ha cioè bisogno ,anche esso , di leaders di buona volontà che sanno pensare a nuove infrastrutture , come l' IMEC , il corridoio infrastrutturale ed economico che mira a collegare l'Europa con il Medio Oriente e l'India , come il Piano Mattei ,che non può finanziare solo la povera Italia , come l'Elmed , la interconnessione elettrica tra Tunisia ed Italia , come il South Hydrogen Corridor , il gasdotto di trasporto idrogeno verde dal Marocco all'Europa che vede l'Italia importante hub di transito. Leaders che non alzino muri , che regolino il flusso migrante , leaders costruttori di pace .
Nunzio Valentino