Radio d'epoca
La VEGA FM105 , mezzo secolo e non li dimostra
Fu messo per la prima volta in commercio nel lontano 1956
venerdì 22 marzo 2013
12.16
Ha più di mezzo secolo di vita questo apparecchio radioricevitore; appartiene ad Antonio Morra. Fu messo per la prima volta in commercio nel lontano 1956, l'anno dell'abbondante nevicata nel giorno della Befana. Fu prodotto da VEGA, inizialmente B.P.VEGA (ove B sta per Brion, P sta per Pajetta, i 2 proprietari della Vega). Il nome Vega (vedi marchi allegati) non va confuso con l'altro colosso della elettronica Wega. Dopo l'uscita dalla società di Paletta, la Vega prese il nome di Brionvega. Questa ultima ebbe vita fino agli anni '70-'80. La Brionvega fu una industria rinomata e ricercata soprattutto da coloro che esigevano un elevato abbinamento tra designer ed efficienza tecnica; favoloso fu il pregevole ricevitore detto "CUBO TS505" creato alla fine degli anni '60 tanto che recentemente qualcuno ha messo in commercio una cover ben riuscita (CUBO 15).
La radio VEGA-FM-105 (Foto N°1) in esame è in legno con i fregi esili e lineari disegnati con colore beige chiaro su fondo marrone scuro, Una ampia parte della facciata, in zona superiore, è occupata da una tela in fibra sintetica che nasconde un efficiente altoparlante circolare magneto-dinamico da 6 pollici; a sinistra della tela è presente una cornicetta in ottone che nasconde una nicchia nella quale trova posto l'occhio magico che si illumina di un bel verde smeraldo con fasce che variano a seconda della precisione della sintonizzazione. I comandi sono affidati a delle manopole e dei tasti. La manopola di sinistra è sdoppiata coassialmente: serve per la regolazione del volume e del tono; la manopola di destra è preposta al comando della variazione della sintonia con condensatore variabile (Foto N°4). I cinque tasti (Foto N°2) hanno funzioni di Spento – Phono – Onde Medie – Onde Corte – FM.
La scala parlante, retroilluminata da una lampada a siluro alimentata a 6 Volt in alternata, è in vetro, ampia ed è di facile consultazione; reca, tra le altre, la scritta "radiovega" simpatica per il suo corsivo e discreta nelle dimensioni.
Le valvole sono sette: ECC85 – UCH81 – UF89 – UABC80 – UL41 – EZ80 –EM80. L'esemplare da me visionato monta le valvole UL84 invece della UL41 e la EM81 invece della EM80, entrambe equivalenti delle rispettive; certamente le sostituzioni sono avvenute durante precedenti riparazioni. La potenza audio è di circa 3 Watt; in funzione assorbe circa 25 Watt/ora: è risaputo che il rendimento delle apparecchiature a valvole è molto basso. L'alimentazione è in corrente alternata, con cambio tensioni abbinato ad un autotrasformatore.
Le dimensioni di ingombro sono: larghezza 520 – altezza 330 – profondità 235 (millimetri). Il suo peso è di circa 8 chilogrammi. Nel 1956 il suo prezzo di vendita al pubblico era di Lire 40.000; attualmente quota sotto i 100 euro.
Questo modello è di non facile reperibilità, contrariamente a quanto accade con apparecchi di pari età con marchi più famosi.
Analizzando le prestazioni dell'esemplare in analisi ho dedotto che l'intensità sonora è attinente la categoria di appartenenza e le indicazioni di fabbrica; la qualità non è all'altezza del dichiarato; la sensibilità della ricezione non è molto soddisfacente, soprattutto per quanto attiene le onde modulate in ampiezza; ha bisogno di un buon impianto di antenna per recuperare i decibel persi all'interno dell'apparecchio per via del degrado dei condensatori e dell'alterazione dei componenti resistivi nonché delle caratteristiche delle valvole. Esteticamente è in buone condizioni ad eccezione della copiosa patina di ossido che ricopre la modanatura in ottone dorato che ha fatto perdere lo splendore della lega metallica; una sottile crepa presente sul pianale superiore incide sul bell'aspetto.
Tutto sommato, considerata l'età dell'esemplare, il proprietario può ritenersi soddisfatto delle condizioni attuali: la radio mi è stata consegnata muta e spenta e gli è stata riconsegnata illuminata e funzionante.
michelebalzano@inwind.it
===========
Fonti consultate:
- Radiomuseum
- Carlo Bramanti
- L. Mureddu di "Le Radio di Sophie"
- Archivio personale
La radio VEGA-FM-105 (Foto N°1) in esame è in legno con i fregi esili e lineari disegnati con colore beige chiaro su fondo marrone scuro, Una ampia parte della facciata, in zona superiore, è occupata da una tela in fibra sintetica che nasconde un efficiente altoparlante circolare magneto-dinamico da 6 pollici; a sinistra della tela è presente una cornicetta in ottone che nasconde una nicchia nella quale trova posto l'occhio magico che si illumina di un bel verde smeraldo con fasce che variano a seconda della precisione della sintonizzazione. I comandi sono affidati a delle manopole e dei tasti. La manopola di sinistra è sdoppiata coassialmente: serve per la regolazione del volume e del tono; la manopola di destra è preposta al comando della variazione della sintonia con condensatore variabile (Foto N°4). I cinque tasti (Foto N°2) hanno funzioni di Spento – Phono – Onde Medie – Onde Corte – FM.
La scala parlante, retroilluminata da una lampada a siluro alimentata a 6 Volt in alternata, è in vetro, ampia ed è di facile consultazione; reca, tra le altre, la scritta "radiovega" simpatica per il suo corsivo e discreta nelle dimensioni.
Le valvole sono sette: ECC85 – UCH81 – UF89 – UABC80 – UL41 – EZ80 –EM80. L'esemplare da me visionato monta le valvole UL84 invece della UL41 e la EM81 invece della EM80, entrambe equivalenti delle rispettive; certamente le sostituzioni sono avvenute durante precedenti riparazioni. La potenza audio è di circa 3 Watt; in funzione assorbe circa 25 Watt/ora: è risaputo che il rendimento delle apparecchiature a valvole è molto basso. L'alimentazione è in corrente alternata, con cambio tensioni abbinato ad un autotrasformatore.
Le dimensioni di ingombro sono: larghezza 520 – altezza 330 – profondità 235 (millimetri). Il suo peso è di circa 8 chilogrammi. Nel 1956 il suo prezzo di vendita al pubblico era di Lire 40.000; attualmente quota sotto i 100 euro.
Questo modello è di non facile reperibilità, contrariamente a quanto accade con apparecchi di pari età con marchi più famosi.
Analizzando le prestazioni dell'esemplare in analisi ho dedotto che l'intensità sonora è attinente la categoria di appartenenza e le indicazioni di fabbrica; la qualità non è all'altezza del dichiarato; la sensibilità della ricezione non è molto soddisfacente, soprattutto per quanto attiene le onde modulate in ampiezza; ha bisogno di un buon impianto di antenna per recuperare i decibel persi all'interno dell'apparecchio per via del degrado dei condensatori e dell'alterazione dei componenti resistivi nonché delle caratteristiche delle valvole. Esteticamente è in buone condizioni ad eccezione della copiosa patina di ossido che ricopre la modanatura in ottone dorato che ha fatto perdere lo splendore della lega metallica; una sottile crepa presente sul pianale superiore incide sul bell'aspetto.
Tutto sommato, considerata l'età dell'esemplare, il proprietario può ritenersi soddisfatto delle condizioni attuali: la radio mi è stata consegnata muta e spenta e gli è stata riconsegnata illuminata e funzionante.
michelebalzano@inwind.it
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Fonti consultate:
- Radiomuseum
- Carlo Bramanti
- L. Mureddu di "Le Radio di Sophie"
- Archivio personale