Un Paese di Poesia
Da Giambàule, il pioniere della cucina teatrale
Un componimento in dialetto di Sante Valentino dedicato "ad un amico come Giampaolo Sardella"
domenica 26 gennaio 2025
11.31
Non si è ancora spento l'eco della "Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali", istituita nel 2013 dall'Unione Nazionale delle Pro Loco per salvaguardare e valorizzare le espressioni appartenenti al "nostro" patrimonio immateriale. In questi giorni si sono svolte tante iniziative in tutta Italia per contribuire alla preservazione di questo patrimonio culturale che, "se non adeguatamente riconosciuto e conservato, rischia di essere dimenticato". Il 17 gennaio scorso, nella Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari di Montecitorio, per la "Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue Locali", il presidente della Camera, Lorenzo Fontana ha tra l'altro dichiarato : "Onoriamo tutti i dialetti e tutte le lingue locali del nostro Paese. Quindi, anche il principio fondamentale della nostra democrazia: il rispetto di ogni voce. Custodirli è indispensabile per preservare le nostre più autentiche radici identitarie e per trasmettere anche alle future generazioni un'eredità dal valore inestimabile. I dialetti e le lingue locali sono il volto più genuino delle comunità. Facciamo in modo che questo volto continui a sorridere, a raccontare e a insegnare".
Sempre da Roma, il poeta Sante Valentino ha inviato un componimento in dialetto dal titolo "Da Giambàule ", nell'ambito della rubrica "Un Paese di Poesia" istituita nel 2019 da Canosaweb, primo portale cittadino. Nella presentazione della poesia ha spiegato: "Doverosa la dedica nel periodo delle celebrazioni del dialetto ad un amico come Giampaolo Sardella, artista ed istrione che ha saputo e sa interpretare da par suo il folclore e i motivi dialettali con la simpatia che lo ha sempre contraddistinto. É un personaggio che si è fatto apprezzare soprattutto per la sua verve e per la raccolta di cimeli, di immagini e pubblicazioni di varie celebrità che arredavano le pareti del rinomato ristorante ubicato di fronte al Campanile di San Sabino a Canosa di Puglia. Un artista che col suo estro folk-musicale nonché culinario ha saputo esporre la teatralità della cucina. Non mancava nel suo menù la classica salsiccia di cavallo comprata anche last minute per i clienti ritardatari, ma soprattutto, non mancava la sua compagnia istrionica che allietava il pasto e assecondava i palati amanti di quel vernissage che solo da Giampaolo si poteva trovare. Un grazie particolare a lui, alla sua indimenticabile, adorabile e sonora chitarra che ha rallegrato le nostre serate e ci ha riempito di buonumore!"
Giampaolo Sardella, "Chef anomalo, assistente al pasto" come riportava uno dei suoi biglietti da visita, con passaggi nella guida Routard dedicata all'avventura, all'indipendenza, all'autenticità, alla nostalgia dei paradisi perduti, all'humour e alla semplicità come il suo fondatore Philippe Gloaguen, viaggiatore di professione. Nella bacheca dei ricordi, Giampaolo Sardella conserva gelosamente la dedica scritta a mano, nel 1982, dal grande commediografo Edoardo De Filippo: "Al Boimonte, beneauguranza!". Fino al 2014, nel suo "Moderno restaurant" e nei vari recital in giro per l'Italia e nel mondo, Giampaolo Sardella ha dato un notevole contributo alla divulgazione del dialetto, anche con gli ospiti (tedeschi, francesi, ciauné) attraverso ballate e monologhi divertenti, in version ironici-amaro, visibili sui social, ma sempre votati ad esaltare il senso di appartenenza al territorio e alle sue espressioni che rafforzano il legame nella comunità.
DA GIAMBÀULE
Ce ve sendòte u bbéuche o stòmeche,
jà nùtele ca scète cialéune,
'mbezzàteve sùbbete jind'o pertàune
derembètte o cambanèle de San Zavòne
e anghjanète séuse da Giambàule.
Acciuppenàteve addà ve père a vvéue
e pròme ca ve jenghjòte la vòcche de jalìzze
azzecchète a muzzechèje na ciallèdde,
pòje arravugghjète sénza criánze
e ffacìteve tùnne tùnne.
Jà tùtte ròbba bbòne:
strascenète, cuppetìdde de grène járse
e trùcchele a la catàrre,
la catàrre de Giambàule
ca cónze li piàtte all'éuse nùste
e ssàupe ce mètte na canzòne.
Ce tenòte u sfùnne però
putòte assaprèje péure
quàtte maccaréune o fúrne
e cce na v'avàste l'Offete
ve putòte acculemèje u còmete
fìngh'a quàne na vv'avòte azzenète.
Tra na fercenète e ll'àute,
ogné tánde, manète l'ùcchje a li retràtte
m'arecurdàteve de rascechè u fùnne
tánde Giambàule, che la resète du càgne,
ggè v'ho 'cciaffète 'ngànne!
Sante Valentino
Da Giampaolo/Se vi sentite un buco allo stomaco, / è inutile che andiate in giro, /entrate subito nel portone/di fronte al campanile di San Sabino/e salite su da Giampaolo. /Sedetevi dove vi pare/ e prima di riempirvi la bocca sbadigli/ cominciate ad addentare uno stuzzichino, /poi arrotolate senza creanza/e fatevi tondi tondi. / E' tutta roba genuina:/ strascinati, orecchiette di grano arso/e troccoli alla chitarra,/ la chitarra di Giampaolo/ che condisce i piatti secondo le nostre usanze/e sopra ci mette una canzone./ Se avete molta fame però/ potete pure assaggiare/ quattro maccheroni al forno/e se non vi basta l'Ofanto/vi potete colmare il recipiente/finché non vi sarete saziati./ Tra una forchettata e l'altra,/ogni tanto, gettate l'occhio alle foto/ma ricordatevi di fare la scarpetta/tanto Giampaolo, con la risatina del cavolo,/vi ha già preso per la gola!
Riproduzione@riservata
Sempre da Roma, il poeta Sante Valentino ha inviato un componimento in dialetto dal titolo "Da Giambàule ", nell'ambito della rubrica "Un Paese di Poesia" istituita nel 2019 da Canosaweb, primo portale cittadino. Nella presentazione della poesia ha spiegato: "Doverosa la dedica nel periodo delle celebrazioni del dialetto ad un amico come Giampaolo Sardella, artista ed istrione che ha saputo e sa interpretare da par suo il folclore e i motivi dialettali con la simpatia che lo ha sempre contraddistinto. É un personaggio che si è fatto apprezzare soprattutto per la sua verve e per la raccolta di cimeli, di immagini e pubblicazioni di varie celebrità che arredavano le pareti del rinomato ristorante ubicato di fronte al Campanile di San Sabino a Canosa di Puglia. Un artista che col suo estro folk-musicale nonché culinario ha saputo esporre la teatralità della cucina. Non mancava nel suo menù la classica salsiccia di cavallo comprata anche last minute per i clienti ritardatari, ma soprattutto, non mancava la sua compagnia istrionica che allietava il pasto e assecondava i palati amanti di quel vernissage che solo da Giampaolo si poteva trovare. Un grazie particolare a lui, alla sua indimenticabile, adorabile e sonora chitarra che ha rallegrato le nostre serate e ci ha riempito di buonumore!"
Giampaolo Sardella, "Chef anomalo, assistente al pasto" come riportava uno dei suoi biglietti da visita, con passaggi nella guida Routard dedicata all'avventura, all'indipendenza, all'autenticità, alla nostalgia dei paradisi perduti, all'humour e alla semplicità come il suo fondatore Philippe Gloaguen, viaggiatore di professione. Nella bacheca dei ricordi, Giampaolo Sardella conserva gelosamente la dedica scritta a mano, nel 1982, dal grande commediografo Edoardo De Filippo: "Al Boimonte, beneauguranza!". Fino al 2014, nel suo "Moderno restaurant" e nei vari recital in giro per l'Italia e nel mondo, Giampaolo Sardella ha dato un notevole contributo alla divulgazione del dialetto, anche con gli ospiti (tedeschi, francesi, ciauné) attraverso ballate e monologhi divertenti, in version ironici-amaro, visibili sui social, ma sempre votati ad esaltare il senso di appartenenza al territorio e alle sue espressioni che rafforzano il legame nella comunità.
DA GIAMBÀULE
Ce ve sendòte u bbéuche o stòmeche,
jà nùtele ca scète cialéune,
'mbezzàteve sùbbete jind'o pertàune
derembètte o cambanèle de San Zavòne
e anghjanète séuse da Giambàule.
Acciuppenàteve addà ve père a vvéue
e pròme ca ve jenghjòte la vòcche de jalìzze
azzecchète a muzzechèje na ciallèdde,
pòje arravugghjète sénza criánze
e ffacìteve tùnne tùnne.
Jà tùtte ròbba bbòne:
strascenète, cuppetìdde de grène járse
e trùcchele a la catàrre,
la catàrre de Giambàule
ca cónze li piàtte all'éuse nùste
e ssàupe ce mètte na canzòne.
Ce tenòte u sfùnne però
putòte assaprèje péure
quàtte maccaréune o fúrne
e cce na v'avàste l'Offete
ve putòte acculemèje u còmete
fìngh'a quàne na vv'avòte azzenète.
Tra na fercenète e ll'àute,
ogné tánde, manète l'ùcchje a li retràtte
m'arecurdàteve de rascechè u fùnne
tánde Giambàule, che la resète du càgne,
ggè v'ho 'cciaffète 'ngànne!
Sante Valentino
Da Giampaolo/Se vi sentite un buco allo stomaco, / è inutile che andiate in giro, /entrate subito nel portone/di fronte al campanile di San Sabino/e salite su da Giampaolo. /Sedetevi dove vi pare/ e prima di riempirvi la bocca sbadigli/ cominciate ad addentare uno stuzzichino, /poi arrotolate senza creanza/e fatevi tondi tondi. / E' tutta roba genuina:/ strascinati, orecchiette di grano arso/e troccoli alla chitarra,/ la chitarra di Giampaolo/ che condisce i piatti secondo le nostre usanze/e sopra ci mette una canzone./ Se avete molta fame però/ potete pure assaggiare/ quattro maccheroni al forno/e se non vi basta l'Ofanto/vi potete colmare il recipiente/finché non vi sarete saziati./ Tra una forchettata e l'altra,/ogni tanto, gettate l'occhio alle foto/ma ricordatevi di fare la scarpetta/tanto Giampaolo, con la risatina del cavolo,/vi ha già preso per la gola!
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