Via Francigena
I Magi, progenitori dei pellegrini e camminatori?
Le riflessioni di Don Carmine Catalano
martedì 5 gennaio 2021
21.32
Al concludersi delle feste natalizie vi è quella dell'Epifania del Signore, ossia la manifestazione di Gesù ai Re Magi, ritenuta di second'ordine perché soprattutto legata alla tradizione laica all'apparizione della simpatica vecchietta, la befana, sia perché chiude il ciclo delle festività così come riporta il famoso proverbio popolare "l'Epifania tutte le feste le porta via". Ma se andiamo all'essenzialità di detta festa, scopriamo che i protagonisti, i Re Magi, sono dei sapienti che partono dall'Oriente, luogo non precisato dall'evangelista Matteo (l'unico a raccontare questo incontro inedito e meraviglioso), e seguendo il percorso della stella più luminosa, la cosiddetta "stella cometa", giungono in una piccola borgata, Betlemme, per far visita ad un bambino misterioso, offrendo doni altamente significativi. Questi misteriosi sapienti compiono un viaggio, pieno di disagi e imprevisti, che ha come meta uno dei luoghi più periferici dell'impero di Cesare Augusto, la Palestina, con il desiderio di conoscere questo bambino "Il Re dei Giudei" intuendo la carica di novità che avrebbe portato.
I Magi viandanti possono essere i precursori degli attuali camminatori che frequentano i molteplici cammini, da quelli famosi e conosciuti quali Santiago di Compostela, in Spagna; la via Francigena, l'antico cammino che percorre tutta l'Europa dal nord e giunge a S. Maria di Leuca per proseguire fino alla Terra Santa? O anche quelli più tematici, la Via Micaelica, il cammino di S. Benedetto, di S. Francesco? È un interrogativo al quale poter rispondere con un excursus storico. Partendo dai nostri Magi, alla pellegrina Egeria (vissuta nel IV-V secolo), che descrive il suo viaggio nei luoghi santi della Cristianità; all'arcivescovo Sigerico di Canterbury ove nel suo diario racconta del viaggio svolto nel 990 per arrivare a Roma, percorso denominato la Via Francigena; a tutte le missioni più o meno religiose nel Medioevo intrecciate dai viaggi per le Crociate; ai viaggiatori del nord Europa del '700 e '800, che giungendo in Puglia e nelle altre regioni meridionali, hanno lasciato per iscritto le loro visite e testimonianze tramandando delle immagini di luoghi che oggi non esistono più, fino alla bella realtà quotidiana dei cammini.
In particolare la Via Francigena europea, costituisce "un modus vivendi" legata al turismo lento, rispettoso del creato e soprattutto attento a far scoprire una bellezza ancora nascosta, che si può solamente vedere non da un aereo, né da un treno, ma a piedi con zaino in spalla o al massimo con una bicicletta. Questo lungo percorso, anche se descritto in maniera non puntuale, ci porta ad una riflessione prettamente antropologica molto significativa: ogni essere umano ha in sé il desiderio di conoscenza di altri mondi che può osservarli solo attraverso il viaggio. Il cammino per l'uomo è personale ed interiore, nella misura in cui lo stesso movimento del camminare può dare frutti di catarsi, purificazione e riscoperta dei propri limiti. Inoltre, attraverso esso il viandante impara ad affrontare anche le imprevedibilità dell'esistenza.
Il cammino diventa arricchente quando si incontrano persone sconosciute che diventano significative nella ricerca della propria identità e vocazione. Si trasforma in pellegrinaggio quando si incontra il Mistero per Eccellenza, la presenza di Dio nella propria esistenza, nella contemplazione del Creato o nel visitare un luogo particolarmente trascendentale. L'esperienza del cammino contribuisce a vivere le scelte fondamentali dell'esistenza non superficialmente, ma da veri protagonisti nel realizzare il progetto di Dio che rende il quotidiano meravigliosamente bello. In questo tempo, costretti dalla pandemia a fermarci o a camminare più lentamente, desistiamo dal correre per arrivare ai primi posti lasciando dietro gli altri, e decidiamo di camminare insieme.Solo così potremo costruire tutti, nessuno escluso, un nuovo mondo. Adesso indecifrabile, ma se ci fermiamo, possiamo scorgere già i primi teneri germogli di Speranza.
Don Carmine Catalano- Parroco Vice Presidente Via Francigena Canosa
I Magi viandanti possono essere i precursori degli attuali camminatori che frequentano i molteplici cammini, da quelli famosi e conosciuti quali Santiago di Compostela, in Spagna; la via Francigena, l'antico cammino che percorre tutta l'Europa dal nord e giunge a S. Maria di Leuca per proseguire fino alla Terra Santa? O anche quelli più tematici, la Via Micaelica, il cammino di S. Benedetto, di S. Francesco? È un interrogativo al quale poter rispondere con un excursus storico. Partendo dai nostri Magi, alla pellegrina Egeria (vissuta nel IV-V secolo), che descrive il suo viaggio nei luoghi santi della Cristianità; all'arcivescovo Sigerico di Canterbury ove nel suo diario racconta del viaggio svolto nel 990 per arrivare a Roma, percorso denominato la Via Francigena; a tutte le missioni più o meno religiose nel Medioevo intrecciate dai viaggi per le Crociate; ai viaggiatori del nord Europa del '700 e '800, che giungendo in Puglia e nelle altre regioni meridionali, hanno lasciato per iscritto le loro visite e testimonianze tramandando delle immagini di luoghi che oggi non esistono più, fino alla bella realtà quotidiana dei cammini.
In particolare la Via Francigena europea, costituisce "un modus vivendi" legata al turismo lento, rispettoso del creato e soprattutto attento a far scoprire una bellezza ancora nascosta, che si può solamente vedere non da un aereo, né da un treno, ma a piedi con zaino in spalla o al massimo con una bicicletta. Questo lungo percorso, anche se descritto in maniera non puntuale, ci porta ad una riflessione prettamente antropologica molto significativa: ogni essere umano ha in sé il desiderio di conoscenza di altri mondi che può osservarli solo attraverso il viaggio. Il cammino per l'uomo è personale ed interiore, nella misura in cui lo stesso movimento del camminare può dare frutti di catarsi, purificazione e riscoperta dei propri limiti. Inoltre, attraverso esso il viandante impara ad affrontare anche le imprevedibilità dell'esistenza.
Il cammino diventa arricchente quando si incontrano persone sconosciute che diventano significative nella ricerca della propria identità e vocazione. Si trasforma in pellegrinaggio quando si incontra il Mistero per Eccellenza, la presenza di Dio nella propria esistenza, nella contemplazione del Creato o nel visitare un luogo particolarmente trascendentale. L'esperienza del cammino contribuisce a vivere le scelte fondamentali dell'esistenza non superficialmente, ma da veri protagonisti nel realizzare il progetto di Dio che rende il quotidiano meravigliosamente bello. In questo tempo, costretti dalla pandemia a fermarci o a camminare più lentamente, desistiamo dal correre per arrivare ai primi posti lasciando dietro gli altri, e decidiamo di camminare insieme.Solo così potremo costruire tutti, nessuno escluso, un nuovo mondo. Adesso indecifrabile, ma se ci fermiamo, possiamo scorgere già i primi teneri germogli di Speranza.
Don Carmine Catalano- Parroco Vice Presidente Via Francigena Canosa