Calcio
Ci piaceva giocare a pallone
Eraldo Pecci ha dialogato con i tifosi del Toro Club BAT "Valentino Mazzola"
Canosa - giovedì 9 maggio 2019
23.24
Calorosa accoglienza riservata a Eraldo Pecci che nel tardo pomeriggio è stato ospite del Toro Club BAT "Valentino Mazzola" presso "La Préule, Food Heritage", a Canosa di Puglia(BT). Larga partecipazione dei tesserati del club granata locale presieduto da Nicola Pepe per gli onori di casa, dando il benvenuto al famoso calciatore, Eraldo Pecci(64 anni) che ha esordito in serie A nel 1974 con la maglia rossoblu del Bologna proseguendo nelle fila del Torino, della Fiorentina, del Napoli e del Vicenza. Dopo l'addio al calcio, è divenuto commentatore, opinionista ed editorialista per la carta stampata e le trasmissioni televisive di grido. Da par suo e con quella verve romagnola che lo contraddistingue da sempre, Eraldo Pecci ha dialogato con gli intervenuti anche da Benevento, presente una rappresentanza del Toro Club "Pedro Mariani" in testa il presidente Daniele Capossela. Nel corso dell'incontro con i tifosi granata e gli appassionati di calcio canosino ha ricordato i momenti importanti della sua carriera calcistica da "talentuosa mezzala di governo che ha distribuito geometrie con le maglie" indossate, dalla vittoriosa cavalcata granata del 1975-76, l'anno dello scudetto fino a quando ha giocato con Maradona nel Napoli, concludendo con maglia del Lanerossi Vicenza allenato dal suo amico Romano Fogli.
In questi giorni, Eraldo Pecci sta presentando il suo secondo libro,dopo 'Il Toro non può perdere' del 2013, dal titolo "Ci piaceva giocare a pallone" per Rizzoli, ovvero "racconti di un calcio che non c'è più". «L'infanzia in una Riccione ancora immune all'invasione dei turisti, le prime partite contro i ragazzi più grandi, la signora che per consentire la battuta del calcio d'angolo doveva aprire la porta di casa, un compagno di squadra che si addormentava in porta. E poi il primo contratto da professionista con il Bologna, il trasferimento in città, la vita che cambia mentre il modo di stare in campo rimane quello di sempre - intelligente e scanzonato - lo stesso con il quale Pecci scrive. Il suo secondo libro, è una dichiarazione d'amore al gioco che ha segnato la sua vita e quella di milioni di appassionati, quale che sia la propria squadra del cuore». Il brindisi, seguito dal firma copie e dai selfie, ha concluso l'incontro di Eraldo Pecci con i tifosi del Toro Club BAT "Valentino Mazzola" che continua a fare proseliti grazie alle attività organizzate, uniti dalla fede granata.
In questi giorni, Eraldo Pecci sta presentando il suo secondo libro,dopo 'Il Toro non può perdere' del 2013, dal titolo "Ci piaceva giocare a pallone" per Rizzoli, ovvero "racconti di un calcio che non c'è più". «L'infanzia in una Riccione ancora immune all'invasione dei turisti, le prime partite contro i ragazzi più grandi, la signora che per consentire la battuta del calcio d'angolo doveva aprire la porta di casa, un compagno di squadra che si addormentava in porta. E poi il primo contratto da professionista con il Bologna, il trasferimento in città, la vita che cambia mentre il modo di stare in campo rimane quello di sempre - intelligente e scanzonato - lo stesso con il quale Pecci scrive. Il suo secondo libro, è una dichiarazione d'amore al gioco che ha segnato la sua vita e quella di milioni di appassionati, quale che sia la propria squadra del cuore». Il brindisi, seguito dal firma copie e dai selfie, ha concluso l'incontro di Eraldo Pecci con i tifosi del Toro Club BAT "Valentino Mazzola" che continua a fare proseliti grazie alle attività organizzate, uniti dalla fede granata.