
Calcio
Nel ricordo di Bruno Pizzul, icona del giornalismo sportivo
Lo sport era "tutto molto bello"
Italia - venerdì 7 marzo 2025
8.48
Si terranno alle ore 14,30 odierne nel Duomo di Cormons, in provincia di Gorizia, i funerali di Bruno Pizzul, icona del giornalismo sportivo che ha commentato per 16 anni le partite della Nazionale Italiana di calcio. Al telefono con Alanews, il figlio Fabio ha rilasciato dichiarazioni commosse e rivelatrici sulla figura paterna, sia pubblica che privata. "Il ricordo è un ricordo affettuoso di un papà che abbiamo scoperto dover, con piacere, condividere con tanti. Contrariamente all'immagine pubblica, mio padre parlava poco di calcio a casa, preferendo dedicarsi alle piccole abitudini quotidiane. Era molto legato a Cormons, suo "luogo del cuore", una sorta di rifugio dove era tornato ad abitare con sua moglie Maria dieci anni fa". Nella mente di tutti, le magie di Roberto Baggio raccontate dalla sua voce: "I Mondiali del '94 - racconta Fabio Pizzul - sono rimasti particolarmente impressi nella memoria di mio padre: per il lato sportivo ovviamente sono legati al rigore sbagliato da Baggio, ma dal lato personale alla nascita del suo primo nipotino, il mio primo figlio, durante Italia-Nigeria: gli Azzurri perdevano 0-1, ma dopo la nascita di Dario apprendemmo della rimonta della Nazionale.. Roberto Baggio ha espresso parole di stima per mio padre, riconoscendo la magica alchimia che li legava, avendo condiviso probabilmente i momenti più alti delle loro rispettive carriere proprio con i Mondiali di calcio del 1990 e del 1994".
Fabio Pizzul ritiene difficile individuare un vero erede professionale del padre, dato il cambiamento del calcio e del modo di raccontarlo, ma "ha sempre avuto grande stima per Marco Civoli, con cui condivideva la scrivania in Rai, e Stefano Bizzotto". A proposito di Rai, "per lui era Corso Sempione, non erano Viale Mazzini, Saxa Rubra o Via Teulada: per lui la Rai era a Milano e si è sempre mantenuto lontano dalle polemiche che lui definiva 'romane'". Per Bruno Pizzul lo sport era "tutto molto bello": "Un'espressione che nasceva da una sua intuizione filosofica con cui vedeva nell'inutilità dello sport qualcosa che però era capace di regalare scintille di felicità e di far stare bene le persone". Alla conclusine della telefonata il figlio Fabio : "Personalmente non ho seguito le sue orme da giornalista sportivo per non essere quello che prendeva la scia del papà, ma anche il mio percorso politico è stato casuale e lui lo guardava con grande interesse e simpatia, ma anche con grande distacco".
Nato a Udine l'8 marzo del 1938, Bruno Pizzul entrò in Rai nel 1969 e l'anno seguente commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia). Dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della Nazionale ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell'agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1). Alle telecronache ha affiancato anche la conduzione di Domenica Sprint e poi della Domenica Sportiva, trasmissioni della Rai che hanno segnato che hanno segnato la storia della TV educando all'informazione dove lo sport era "tutto molto bello" come commentava Bruno Pizzul, indimenticabile telecronista.
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Fabio Pizzul ritiene difficile individuare un vero erede professionale del padre, dato il cambiamento del calcio e del modo di raccontarlo, ma "ha sempre avuto grande stima per Marco Civoli, con cui condivideva la scrivania in Rai, e Stefano Bizzotto". A proposito di Rai, "per lui era Corso Sempione, non erano Viale Mazzini, Saxa Rubra o Via Teulada: per lui la Rai era a Milano e si è sempre mantenuto lontano dalle polemiche che lui definiva 'romane'". Per Bruno Pizzul lo sport era "tutto molto bello": "Un'espressione che nasceva da una sua intuizione filosofica con cui vedeva nell'inutilità dello sport qualcosa che però era capace di regalare scintille di felicità e di far stare bene le persone". Alla conclusine della telefonata il figlio Fabio : "Personalmente non ho seguito le sue orme da giornalista sportivo per non essere quello che prendeva la scia del papà, ma anche il mio percorso politico è stato casuale e lui lo guardava con grande interesse e simpatia, ma anche con grande distacco".
Nato a Udine l'8 marzo del 1938, Bruno Pizzul entrò in Rai nel 1969 e l'anno seguente commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia). Dalla Coppa del Mondo del 1986 è diventato la voce delle partite della Nazionale ed è stato il telecronista delle gare degli Azzurri in occasione di cinque Campionati del Mondo e quattro Campionati Europei, congedandosi nell'agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1). Alle telecronache ha affiancato anche la conduzione di Domenica Sprint e poi della Domenica Sportiva, trasmissioni della Rai che hanno segnato che hanno segnato la storia della TV educando all'informazione dove lo sport era "tutto molto bello" come commentava Bruno Pizzul, indimenticabile telecronista.
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